Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Economia e ambiente

And-End-One-Way-225x300L’ampio spazio che il tema dell’ambiente si è guadagnato anche nei media tradizionali non sembra convincerci del fatto che siamo vicini ad una soluzione del problema. Al contrario analisi discordanti e ricette varie forse complicano le nostre sensazioni e ci restituiscono al nostro precedente senso di incapacità, impotenza. Nella stessa comunicazione iniziano a manifestarsi falle pericolose che vanno dalle solite contrapposizioni tra esperti sui dati alla produzione di un’apatia diffusa come reazione al catastrofismo.
Chi si occupa d’ambiente registra, sempre più, una strana anomalia. Pur facendo la parte del leone in quasi tutte le nostre attività, l’economia o meglio gli economisti rappresentano la voce più flebile. Ciò potrebbe indurci in sospetto, visto che gli stessi spesso ammettono che l’ambiente rappresenta uno dei “fallimenti del mercato” dove il liberismo non trova spazio di manovra. Personalmente credo che la scarsa conoscenza del livello economico applicato all’ambiente sia invece una grave mancanza, una linea di sviluppo necessaria e imprescindibile. E non sto solo parlando di “semplici” applicazioni come le analisi costo-beneficio, ma dell’economia più profonda. Per intenderci quella che ci fa riflettere sul come ripartire tra usi alternativi le risorse che una società possiede e che ci mostra le possibili cause che determinano l’attuale situazione di scarsa efficienza nel loro impiego, oltre ai danni dei costi nascosti che tutti noi paghiamo senza accorgercene.
Un’economia dell’ambiente che ci spiegherebbe perché proprio quella parte dell’industria che accusa la politica di non possedere una visione economico-aziendalistica, preferisca l’attuale sistema di “comando-controllo” con limiti di emissione e scarse sanzioni, che sbraita contro l’uso da parte dell’Amministrazione di veri e propri strumenti economici che le indurrebbe a cambiare approccio nella produzione dell’inquinamento. Come anche mettere alla frusta ipotesi poco fattibili e fantasiose che non tengono conto dello stato attuale delle cose e che ci farebbero magari risvegliare in un mondo dove la mobilità è solo animale o in una eco-dittatura insostenibile.
Questa è solo una parte del problema, ma ne è un passaggio ineliminabile. Anche nel momento in cui abbozzassimo una forma di mondo a noi gradito, la traduzione di questo non può saltare l’economia. Le stesse politiche dovranno sempre più confrontarsi ed usare strumenti economici, ma questa volta che non scambino i valori con i costi. L’economia ambientale, quella equa e solidale, è uno dei campi veri su cui si giocheranno anche le nuove capacità amministrative che tra pochi giorni dovremo scegliere.

Risorse idriche e leggi di mercato

cambia il piemonte imm.001Una tesi continua ad aggirarsi tra le pieghe della discussione sulle gestioni idriche: l’acqua sta diventando un bene scarso e quindi il miglior modo di ripartirla, di fare in modo che la sua distribuzione sia efficiente, è quello di affidarla alle leggi del mercato, lasciare cioè che la domanda e l’offerta regolino al meglio questo tipo di bene. Questo passaggio non è strano. L’economia notoriamente si occupa di ripartire fra usi alternativi risorse che soffrono di scarsità possedute dalla società. Beni ambientali come l’acqua non sono stati finora molto considerati dall’analisi economica perché ritenuti disponibili in quantità illimitate, non costituenti oggetto di scambio sul mercato, appunto in quanto ritenute illimitate e, pertanto, privi di prezzo. Ma il quadro cambia e finalmente anche questi beni possono entrare a pieno titolo nella contrattazione domanda/offerta che potrà determinarne un prezzo. Possiamo accettare questa nuova sistemazione del problema con le sue conseguenze? Sicuramente no. L’acqua è fondamentale per la vita e tocca all’umanità assicurarne la gestione collettiva. Servono uso, conservazione e protezione nel rispetto del diritto alla vita per tutti gli esseri umani e le altre specie viventi. L’acqua è un bene essenziale, da garantire a chiunque, indipendentemente dal reddito, in quanto parte della dotazione minima indispensabile di chi fa parte della comunità. Oltre allo stretto legame con un altro bene essenziale quale la salute. Ma anche tralasciando valori non meno importanti ai fini dell’uso delle risorse quali quelli etici, ambientali e sociali, proprio sul campo economico il sistema di mercato «fallisce» nei confronti delle risorse ambientali: esso non è in grado di funzionare e di determinare prezzi utili per ripartire le risorse in modo efficiente fra usi alternativi. Anche se il mercato fosse in grado di distribuire le risorse idriche fra i vari usi, di fatto esistono molte imperfezioni che non permettono di farlo in modo efficiente. E in una logica di mercato la gestione delle risorse idriche si confonde con quello della gestione dei servizi idrici. Nessuno nega che sia necessario un aumento di efficienza tecnologica, l’unica che deve rappresentare un costo, ma non confondiamo il costo del progresso di questa con l’attribuire un prezzo alla risorsa in se stessa che è di tutti ed a tutti deve essere resa disponibile senza la cosiddetta prova del mercato (o meglio delle tasche di tutti noi). Si scambia la causa per l’effetto: i diamanti non sono pochi perché costano tanto, ma costano tanto perché sono pochi e aumentarne o diminuirne il prezzo non ne cambierà il numero. Occorre porre dei vincoli preventivi all’utilizzo delle risorse in modo da proteggere le funzioni dell’ambiente e assicurare le basi potenziali per uno sviluppo sostenibile. Si tratta in questo caso di considerare la preservazione dell’ambiente come un bene pubblico dove il volume totale del bene è definito a livello politico e non dalle azioni individuali che avvengono nel mercato.

Le fonti rinnovabili salgono al 33% dei consumi elettrici: i dati del GSE

Occupati_rinnoavbili_temporanei_Crescita delle rinnovabili sui consumi elettrici, termici e dei trasporti, dipendenza dall’estero, numero di occupati, risultati ottenuti con Conto Termico e Certificati Bianchi e altro ancora: in un’audizione alla Commissione Attività Produttive della Camera il GSE fa il punto della situazione sulle energie pulite in Italia.

Qui le slides della presentazione del GSE (Gestore Servizi Energetici)

Qui un approfondimento di QualeEnergia.it

L’uovo di Colombo ambientale di Cianciullo

Antonio Cianciullo di Repubblica rovescia sul tavolo il famoso uovo di Colombo sulla questione ambientale.

I dati oggettivi per la creazione di un mercato per la mobilità sostenibile (cioè che ci sostenga lungo la vita anziché interromperla) ci sono tutti. Quello che manca sono le regole del gioco: vantaggi fiscali per chi inquina meno invece che premi per chi inquina di più, capacità di programmazione dei servizi pubblici, sostegno alle imprese che lavorano nella direzione giusta.

Rapporto IPCC: siamo ancora in tempo contro il global warming

Circolano sulla rete ampi stralci del prossimo rapporto dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) che verrà pubblicato nel prossimo marzo e che descrive le pressioni sull’ambiente del global warming – o riscaldamento globale -. Le note presenti sono in linea rispetto alle diverse previsioni che da ormai decenni ci allertano su un aumento dei conflitti per le risorse, povertà, caldo, siccità e via discorrendo. In sostanza l’impatto del peggioramento delle condizioni ambientali riguarderà la crescita economica soprattutto nei paesi a basso e medio reddito pro-capite creando anche sacche più profonde di diseguaglianza nei paesi più ricchi. Da rimarcare è comunque l’atteggiamento dello studio che distingue le diverse cause dell’arretramento economico, rimarcando però come il global warming potrà rappresentare un fattore di peggioramento decisivo. Lo stesso Chris Field, primo autore dello studio, spiega che il peggiore degli scenari descritti si riferisce alle condizioni in cui l’umanità non agisca in nessun modo per contrastare queste tendenze: “Non sono disperato” – avverte Field – “perché vedo la differenza tra un mondo in cui non facciamo nulla e uno in cui ci rimbocchiamo le maniche e facciamo qualcosa”.  Se continuano a rimanere moltissimi dubbi sul fatto che i diversi paesi stiano procedendo con sufficiente forza nelle diverse azioni necessarie, rimane il fatto che siamo ancora in tempo per invertire in maniera virtuosa lo scenario previsto. Anche se bisognerebbe tornare a far correre la più importante delle risorse sostenibili e rinnovabili: la volontà politica.

Qui è disponibile la traduzione italiana a cura della Fondazione Sviluppo Sostenibile

Dove è sparito il global warming? Nell’oceano

Alcuni dati ambientali sembrerebbero indicare un rallentamento delle temperature registrate in atmosfera, tanto da spingere alcuni climatologi ad affermare una sorta di “pausa” nel riscaldamento globale. Il Met Office inglese, ha però analizzato un po’ più attentamente il problema giungendo a conclusioni diverse: il calore presente è comunque in aumento ma viene maggiormente assorbito dagli oceani. In sostanza non si sta scaldando l’atmosfera ma l’acqua dei mari. Tutto ciò non è senza conseguenze perché questo innalzamento della temperature delle acque provoca un aumento di volume degli oceani con un innalzamento del livello dei mari. Comunque tale rallentamento dell’aumento delle temperature atmosferiche potrebbe risolversi in una opportunità da cogliere quasi come ultima spiaggia: sul piano generale il raggiungimento della soglia critica di aumento di 2°C potrebbe essere posticipata di una decina d’anni, permettendo una migliore transizione dalle fonti fossili a quelle rinnovabili che bloccherebbe, appunto, l’aumento della temperatura.

Annuario dati ambientali ISPRA 2012

L’Annuario dei Dati ambientali ISPRA 2012, presentato a Roma il 17 luglio scorso, raccoglie tutti i dati sullo stato dell’ambiente in Italia e si conferma punto di riferimento per decisori politici, ricercatori, detentori di interessi economici e cittadini. Il report, giunto alla sua undicesima edizione, viene proposto in molteplici versioni, per rispondere alle esigenze di un’utenza ampia e variegata. Oltre alla versione integrale, infatti, il report dell’Istituto è organizzato in “Tematiche in primo piano”, “Tematiche in primo piano light”, “Annuario in cifre”, “Database”, “Multimediale” e “Fumetto”, destinato a un pubblico giovane di non esperti.

Qui il link per scaricare il rapporto nelle diverse versioni

Il riscaldamento globale espande i ghiacci. Del Sud

Il riscaldamento globale sta provocando un fenomeno paradossale come riportato da uno studio pubblicato da “Nature Geoscience” e segnalato da “Le Scienze“. Mentre al Polo Nord (artico) i ghiacci si stanno sciogliendo, nel Polo Sud (antartico) si sta espandendo l’area coperta dai ghiacci, con un’estensione record raggiunta nel 2010. Il fenomeno troverebbe spiegazione nel fatto che il ghiaccio che si scioglie in antartide è soprattutto composto da acqua dolce, più leggera, che rimane sullo strato superficiale e forma uno strato isolante e che riesce a congelae meglio. Considerando il fenomeno ci si aspetta che il fenomeno possa rallentare l’innalzamento del livello dei mari così come previsto dagli attuali modelli climatici

Tallin: trasporti gratis e meno inquinamento

Nei giorni in cui il Consiglio comunale di Torino costringe la Giunta a fare retromarcia sulle limitazioni alla circolazione dei diesel euro-3, Tallin – capitale dell’Estonia – rende gratuiti dal 1 gennaio i trasporti sui mezzi pubblici. Pur essendo coscienti delle diversità di cultura, numero di abitanti e quant’altro tra le due città, ciò che ci preme sottolineare sono le direzioni diverse che le politiche ambientali delle due aree stanno prendendo. Sono patrimonio comune delle sperimentazioni già adottate negli anni precedenti – e che continuano ad essere completamente rimosse – che la questione “smog” ci giochi nell’immediato sul fronte dei trasporti: la quota preponderante di inquinamento deriva dal traffico automobilistico. Bisogna quindi togliere dalla strada quante più automobili possibile. E se le automobili servono a permettere alle persone di spostarsi tra due luoghi diversi – che è davvero un diritto da tutelare – bisogna farcele andare in altro modo. Ad esempio tramite mezzi pubblici che siano economicamente convenienti. Non solo. Dal momento che la gran massa degli spostamenti avviene per motivi lavorativi, per la maggior parte fissi, bisognerebbe cercare di incentivare almeno questi. Tenendo conto che il biglietto del bus che il cittadino paga copre più o meno il 30% dei costi totali, non credo sia così difficile pensare a politiche complementari che riescano a coprire tale costo (senza ricordare che in un passato ormai lontano qualche tentativo in tal senso si era compiuto). Anche perchè a Tallin, nella prima settimana di bus libero, si è registrato un calo del 15% di intensità del traffico rispetto ai mesi di novembre e dicembre con un aumento del 7% dell’uso del trasporto pubblico. Giusto per capire che invece di limitare per poche ore una fetta di territorio ridicola rispetto a quella di altre città italiane e farsi tritare politicamente dalle proprie stesse maggioranze politiche, bisognerebbe non aderire alla filosofia di vendere le aziende pubbliche di trasporto ma di pensarle come pubbliche e beni comuni. Prima di limitare, inoltre, bisogna rendere possibile in altro modo quello che si vuole vietare: spostarsi in maniera sostenibile.

CinemAmbiente. Settimana Europea Riduzione dei Rifiuti 2012

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SETTIMANA EUROPEA PER LA RIDUZIONE DEI RIFIUTI

Dal 17 al 25 novembre CinemAmbiente aderisce alla Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti 2012 con un vasto programma di proiezioni organizzate sia a livello locale che nazionale.

Attraverso i film si metterà in evidenza non solo l’importanza della raccolta differenziata, ma anche la necessità di una maggiore consapevolezza sulle eccessive quantità di rifiuti prodotti e sulle buone pratiche per ridurli drasticamente. Grazie al linguaggio cinematografico si può sorridere, riflettere, emozionarsi e allo stesso tempo approfondire un tema cruciale della società contemporanea.

Tra i titoli che quest’anno CinemAmbiente propone (scarica qui il catalogo completo) una vasta scelta dedicata alle scuole di ogni ordine e grado, che comprende sia cortometraggi che documentari lungometraggi.

Se siete interessati a proiezioni da organizzare nella vostra città contattateci scrivendoci a  tour@cinemambiente.it o chiamando allo 0118138862

CinemAmbiente Environmental Film Festival joins the European Waste Reduction Week‘s activities by organizing environmental film’s screenings.

CINEMAMBIENTE TOUR

CinemAmbiente prosegue nel suo percorso di promozione della cultura ambientale attraverso il cinema. Ogni anno, oltre all’evento festival, grazie al progetto CinemAmbiente Tour, molti dei film presentati a CinemAmbiente continuano a vivere e a diffondere la  sostenibilità ambientale in tutta Italia con centinaia di proiezioni dai piccoli comuni alle grandi città.

Questo mese CinemAmbiente Tour è presente, oltre che a Torino, a Bergamo, Milano, Genova, Savona, Imperia, La Spezia, Pesaro e Vicenza. Scopri tutte le proiezioni!

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