gen 312013
 

Mi è capitato di vedere uno dei video della campagna elettorale del Partito Democratico per le prossime elezioni. Poi ho visto questo video di Obama e ho capito che cos’è veramente la politica: quella seria, che ti fa alzare dalla sedia, che ha il coraggio che non ti aspetteresti. Insomma, il coraggio delle idee che, come dice il Poeta, “uno non se lo può dare”…

gen 222013
 

Bersani si toglie le stellette da “top gun” e annucia che “riconsidererà” la spesa per l’acquisto degli F35. “La nostra priorità è il lavoro, non i caccia” ha dichiarato al Tg2, rimettendo in gioco quindi circa 15 miliardi di euro destinati ai caccia dell’aviazione. In realtà il taglio degli F35 seguirebbe decisioni simili che sono già state adottate da Australia, Norvegia, Paesi Bassi e, ultimamente, dal Canada. L’uscente governo Monti, attraverso il Ministro Amm. Di Paola, aveva invece continuato a investire risorse nel programma destinando i risparmi ottenuti dal taglio del personale civile in forza all’esercito. Non ultima considerazione rimane quella delle problematiche emerse in sede tecnica sulla vulnerabilità dei caccia contro i fulmini. Forse Zeus è venuto in soccoso al segretario del Partito Democratico…

gen 062013
 

La sostanza politica di questi giorni è triste. Monti stringe la sua area politica, lasciandosi zavorrare da Casini-Fini-Montezemolo e regalandosi un ruolo certamente da comprimario non destinato a crescere nel cuore degli italiani. Da “Riserva” nazionale a tappodi sughero a cui si aggrappa il trio “sciagura”. Berlusconi tenta di fare la forca alla Lega – sempre più indebolita dalla pulsione “ladrona a Roma” – agitando lo spauracchio della caduta delle giunte regionali in Piemonte e Veneto. Dal tentativo di prendersi amministrativamente tutto il Nord alla disfatta dell’accordo con il Cavaliere che certamente verrà punito dagli stessi elettori della Lega. Bersani, dopo l’iniezione di carnitina ricevuta dalle primarie nazionali, scivola un po’ sulla parlamentarie e inizia a combinare un pasticciaccio sulla composizione delle liste per le prossime elezioni. Se continua così verrà fuori un minestrone indigesto allo stesso popolo del Pd ed ancor più alla platea più allargata degli elettori, non appena verranno fuori i nomi. Riusciranno i nostri eroi a mangiarsi ancora una volta il vantaggio accumulato? Vendola ripete in sedicesimi gli stessi errori. Ingroia non mette nemmeno piede in campo che viene cortesemente giustiziato dagli stessi che l’avevano sostenuto: se la novità – hanno sentenziato i professori – è la candidatura dei segretari – o loro fiduciari – di Rifondazione, Verdi, Comunisti Italiani e via discorrendo, se la può tenere. E forse è meglio stare un giro fuori. Grillo combina anche lui qualche pasticcio e non riesce a trovare la quadra tra rete e democrazia. Il totale è una flessione di consenso che dovrebbe correggere con qualche proposta seria, più che continuare a brandire il martello del distruttore e isolarsi così come aveva fatto il Pci a suo tempo congelando una gran quantità di voti inutilizzati per tentare qualche cambiamento.  Non so, ma annusando l’aria in giro sembra di essere tornati alla nausea di qualche mese fa…

dic 062012
 

Barack Obama è nuovamente in giro per gli Stati Uniti. Dopo la vittoria delle presidenziali, si è infatti messo in testa di costruire una campagna di “pressione popolare” per arrivare ad approvare il punto del suo programma che aumenti la tassazione sui redditi maggiori di 250.000 $ mantenendo le riduzioni per i meno abbienti. La cosa interessante non risiede nell’argomento in sè stesso, ma sul “come” lo fa. In breve sta cercando di mantenere aperta una mobilitazione dei cittadini che l’hanno votato tramite gli strumenti che hanno permesso la sua vittoria. Una enorme banca dati, l’attivazione di un filo diretto tramite gli strumenti virali “social”, la sua presenza fisica stessa, l’organizzazione capillare costruitasi mediante referenti locali – e molto altro ancora – vengono rivitalizzati per un compito politico preciso: fare in modo che una mobilitazione popolare sostenga i suoi progetti e modifichi gli equilibri politici all’interno delle stanze di Washington e ribaltando la preoccupazione degli eletti che si trovano a dover dare conto più che alle strutture di partito, agli stessi elettori. E’ chiaro che gli Stati Uniti non sono l’Italia, ma questo tipo di azione politica potrebbe rappresentare una innovazione anche per i nostri stanchi rituali, soprattutto per un centrosinistra che ha percorso la strada delle primarie, simile a quella americana. Credo che l’uso sapiente dei dati, della capacità di mobilitazione della propria “gente, il rapporto costruito dai maggiori competitori con i cittadini, possano rappresentare una possibilità non solo di legittimazione, ma di azione politica diretta che, soprattutto Bersani, dovrebbe percorrere. E qui si tratta di innovazione vera, non di favole…

ott 062012
 

Sulla questione degli eventuali votanti di centrodestra alle primarie del centrosinistra, basterebbe capire qual è il tasso di ispirazione al sistema americano. Sì, perchè i maggiori praticanti del sistema di scelta del candidato attraverso elezioni preventive sono, appunto, gli americani. Innanzitutto il sistema di registrazione ad albi di elettori democratici o repubblicani non è presente in tutti gli Stati dell’Unione. Ma soprattutto, giusto per trasparenza, esistono da sempre elettori di uno schieramento che si organizzano e votano per il candidato dell’altro Partito. Così nessuno si scandalizza più di tanto se esistono gruppi organizzati come ad esempio quelli del “Republicans for Obama” e viceversa. Certamente ogni popolo possiede una storia a sè ma non sarebbe neppure un male capire  cosa succede da chi ha un’esperienza ormai centenaria, visto che richiamiamo quelle stesse esperienze quando ci fa comodo.

set 182012
 

Il Partito Democratico propone l’introduzione di una “patrimoniale”. Bene, sono personalmente d’accordo. Ma dall’enunciazione alla pratica ne corre. Così, per non rimanere delusi dopo, bisognerebbe anche capire come farla. Non sto parlando di cifre, di linee guida su cui costruire una sorta di prelievo “equo”, di pratiche ragionieristiche. Semplicemente, per fare una patrimoniale in tempi certi, bisognerebbe avere un’anagrafe dei patrimoni aggiornata e sufficientemente complete ed attendibili. Oggi questa 2anagrafe” non esiste e quindi l’eventuale “patrimoniale” rimarrebbe un pio desiderio. Allora, per far capire che si fa sul serio in caso prevalesse alle prossime politiche la “versione” di Bersani, bisognerebbe iniziare a costruirla con un semplice atto legislativo del Parlamento che non credo proprio costerebbe granchè. Dal momento che non costa e che oggi esiste una maggioranza di cui fa parte lo stesso Bersani, giusto per non creare aspettative irrealizzabili, soprattutto nei tempi, si agisca di conseguenza. E gli elettori, sicuramente, gradiranno. Molto.

set 052012
 

Probabilmente ho difficoltà di digestione e non capisco bene come si sta muovendo la politica oggi. Leggevo quà e là alcune note trovate sul web sulle miniere del Sulcis, l’evasione fiscale, la giustizia, la necessità di rinnovamento, la crescita e via discorrendo. Non posso però davvero fare a meno di chiedermi dove eravamo tutti in questi ultimi anni. Per tenersi larghi, perchè, chiaramente, io so dove stavo negli ultimi anni. Però tutta questa foga di ricercare l’untore politico non mi convince più di tanto. Perchè se c’è l’evasione fiscale la politica avrà anche i suoi demeriti, ma la colpa rimane degli evasori. Così per il resto. Se il nostro Paese non cresce e le aziende tedesche sì, magari potremmo anche pensare che abbiamo una classe industriale che non è semplicemente in grado di fare quel lavoro e che è ora che la smetta di riempirsi la pancia con contributi pubblici per manifatture che essi stessi hanno portato alla cottura. E anche come capacità di venirne fuori non siamo messi meglio. Leggevo sul sito di Fermare il declino la storia delle miniere sarde ripresa giornalisticamente. Va bene, la storia la sappiamo e quindi? Se si vuole far politica bisognerebbe anche rispondere ai minatori e capire come farli uscire da una condizione estremamente “subordinata”, non a rammentargli la condizione del loro settore, che loro e tutti noi sappiamo. E poi tutti quanti pare abbiano smarrito come la politica debba incidere sull’idea di Giustizia che dovrebbe informare le nostre istitutzioni e le nostre scelte. Già, perchè è inutile continuare a parlare di crescita se poi non sappiamo quale idea base la distribuirà: tutta questa crescita promessa la daremo ancora una volta in mano, oltre alla vecchia politica, a industriali incapaci o evasori furbetti o economisti ragionieri? Mi sono davvero stufato di questo balletto di “esperti” che riducono tutto ad una partita di giro economica e che già in passato avevano preso qualche tram sbagliato. Mi sono anche stufato degli equilibrismi democratici, del nuovo “centrino” e di altre amenità del genere. Grillo, a mio modesto parere sbaglia, ma è comprensibile perchè muove gli aderenti del MoVimento 5 stars: sbaglia e non andrò con lui, ma certamente ci ha indicato una via utile, forse persino sana. Bisogna rimboccarsi le maniche da soli, senza attendere uomini del destino, darsi da fare senza rete, dal basso. Bisogna andare ancora oltre e non aver paura di non avere griffes.

ago 232011
 

Su L’Inkiesta viene pubblicato un interessante articolo nel quale vengono illustrati i commenti di un insigne ordinario di Politica Economca qual è Cesare Vaciago. Il testo è di buona scorrevolezza anche per i non iniziati in argomenti economici e chiarisce diversi argomenti del dibattito politico attuale che da altre parti sono di difficile reperimento. Ma ciò che mi ha colpito è la chiosa dell’articolo, che pone davvero il problema cruciale di ogni politica – non solo economica – come di ogni idea o azione che ci accompagna nelle nostre attività: una cosa può anche essere efficiente, ma non così efficace. Così alla domanda finale dell’intervistatore su un bilancio finale del documento di Bersani la risposta è esemplare Continue reading »

ago 232011
 

Duro botta e risposta tra Pier Luigi Bersani e Luca Cordero di Montezemolo. «Chi vuole solo farsi largo bombardando a destra e sinistra, non è utile al Paese», ha attaccato il segretario del Pd. Accusando il presidente della Ferrari e «tutto quel mondo» che nell’agone politico sceglie la via del «terzismo», senza «spiegare da che parte sta». Tanti cittadini «aspettano di sapere dove sta il Pd», è stata la risposta piccata di Montezemolo.

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