nov 162011
 

Mario Monti ha formato il nuovo Governo della Repubblica italiana, ma quali italiani si trovarà davanti? Credo che sia ancora presente una sorta di “tic” nazionale, immutato dai tempi del precedente esecutivo, che spera nell’uomo del destino. Per capirci meglio, Mario Monti – come prima di lui Silvio Berlusconi – sembra possedere qualità taumaturgiche attraverso le quali il nostro Paese guarirà dalla pervasiva burocrazia, dall’ignavia di alcuni impiegati pubblici, farà arrivare in orario treni e bus e riparerà tutte le strade. La nostra parte più cosciente sa che tutto questo non sarà possibile ma la nostra parte motoria continua non dare segni di vita. Continue reading »

ago 232011
 

Duro botta e risposta tra Pier Luigi Bersani e Luca Cordero di Montezemolo. «Chi vuole solo farsi largo bombardando a destra e sinistra, non è utile al Paese», ha attaccato il segretario del Pd. Accusando il presidente della Ferrari e «tutto quel mondo» che nell’agone politico sceglie la via del «terzismo», senza «spiegare da che parte sta». Tanti cittadini «aspettano di sapere dove sta il Pd», è stata la risposta piccata di Montezemolo.

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mag 132011
 
Perché le politiche ambientali, più di altre, trovano sempre ampi settori di contrapposizione? Tra i vari motivi vorrei sottolinearne uno di particolare forza: la distribuzione dei costi e dei benefici associata a queste ha spesso caratteristiche particolari per cui i benefici sono molto dispersi, mentre i costi sono concentrati.
Mi spiego. Se una politica vuole essere efficiente il suo risultato deve prevedere benefici superiori ai costi totali. A loro volta se questi costi e benefici fossero distribuiti in parti eguali, tutti ne trarrebbero un vantaggio e dunque verrebbe accettata. Nella realtà è difficile che si verifichi ciò e sembra che per la matrice ambientale questo risulti quasi impossibile.
Risulta esperienza comune che i miglioramenti dell’ambiente recano benefici a moltissime persone, mentre i costi, obbiettivamente subito visibili, ricadono per lo più su un gruppo ristretto, ad esempio sulle imprese come anche su alcuni tipi di consumatori.
Il problema centrale è quindi di natura distributiva. Teniamo conto che la natura del problema può ingenerare danni o esternalità supplementari, come avviene in altri campi come quello ad esempio sanitario. Potrebbe semplicemente verificarsi il caso mistero che forze economiche organizzate possano esercitare azioni di lobbing “investendo” risorse in quantità direttamente proporzionale ai costi che si vorrebbero evitare. Ciò può provocare almeno due fattori negativi: il blocco di politiche ambientali maggiormente rispondenti al criterio dell’efficienza e la sottrazione di risorse ad attività in grado di aumentare il benessere sociale.
Sia chiaro che la corretta rappresentazione degli interessi in campo è legittima e positiva. Il problema rimane il corretto governo di tutti gli interessi e la costruzione di criteri di valutazione dell’interesse generale, che per inciso a livello secco di economia è il cosiddetto benessere sociale.
Ancora una volta risulta difficile lasciare alle sole forze del mercato la risoluzione del problema. Solamente lo sviluppo dell’azione pubblica, e non il suo ridimensionamento, può comporre tali problemi di natura distributiva.

mag 122011
 

(via QualEnergia e PiemontEuropa Ecologia) Il quarto conto energia per il fotovoltaico è stato firmato venerdì e in questi giorni gli operatori del FV italiano e gli investitori stranieri stanno sezionando le circa 40 pagine del decreto (disponibile qui) per capire come funzioneranno le novità introdotte e che conseguenze avranno sul mercato. Qualenergia.it lo ha chiesto a Davide Chiaroni dell’Energy Strategy Group del Politecnico di Milano, uno degli autori del Solar Energy Report, uno degli studi più recenti e importanti su mercato e filiera del solare in Italia (Qualenergia.it, Fotovoltaico, una filiera nazionale in crescita).

Professor Chiaroni, iniziamo con un giudizio sintetico su questo quarto conto energia …

La direzione generale è quella di favorire gli impianti di piccole dimensioni o quelli su tetto sotto al megawatt. L’obiettivo del governo era evidentemente limitare la proliferazione di grandi centrali. Si privilegia dunque la distribuzione di impianti di taglie piccole e medie e le soluzioni industriali basate sull’autoconsumo.

La riduzione delle tariffe stabilita continuerà a garantire una buona redditività, anche in relazione all’andamento dei costi?
Mentre per le taglie più piccole la profittabilità resta buona, come ci si aspettava, i più colpiti sono gli impianti grandi. Già nel terzo conto energia la redditività di queste taglie era stata abbastanza ridimensionata, costringendo ad abbassare i costi per far sì che l’investimento restasse profittevole. Da dicembre 2011, secondo i nostri calcoli, perché i grandi impianti a terra restino redditizi si dovrà scendere al di sotto dei 1.800 euro a kW installato.

Ce la si può fare? Continue reading »

mag 122011
 

Esiste una storia a mio avviso esemplare per capire come funzionano i progressisti ed è quella di William Beveridge il quale venne chiamato da Winston Churchill a elaborare una riforma delle assicurazioni sociali e finì per costruire un progetto che ha fondato il moderno stato sociale, la sanità garantita come bene pubblico e ha innovato i metodi dell’intervento statale nell’economia e nella società. Beveridge non era certo classificabile come un progressista, quanto come un liberale inglese vecchio stampo, anche se certamente una svolta profonda nella sua vita fu l’amicizia che strinse con i coniugi Webb – fondatori della London School of Economics ma soprattutto animatori della società fabiana. La questione  per noi ora interessante non è “cosa” scrisse e fece Beveridge, ma in realtà “quando” lo fece, fatto che sembra dimenticato. Continue reading »

mag 112011
 

Un nuovo compito prioritario che penso debba essere assegnato alle pubbliche amministrazioni per l’ambiente è sicuramente quello dell’azione sull’innovazione tecnologica. Se da un lato le politiche ambientali possono spingere le imprese ad adottare tecnologie “pulite” già disponibili sul mercato, è comunque necessario stimolare ricerca e sviluppo (R&S) per raggiungere la quota di risultato che non può essere raggiunta solo attraverso altre politiche economiche. Il problema infatti è che nell’attuale sistema di mercato la disponibilità degli investimenti in R&S non è socialmente ottimale. Ciò dovuto a fatti noti. Continue reading »