ott 242016
 

ipcc

Superate le 400 parti per milione (ppm) di anidride carbonica in atmosfera. Questo il dato comunicato dall’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (WMO) che certifica come il 2015 veda un superamento costante di una soglia che non è solo psicologica. Cosa significa? Se pensiamo che nell’era preindustriale i valori erano di 280 ppm, gli studiosi hanno posto il limite di 450 ppm per evitare il superamento delle temperature di 2 °C entro la fine di questo secolo. Per dirla ancora meglio, i calcoli degli scienziati suggeriscono che il superamento dei 2°C porterebbe enormi difficoltà per contrastare in maniera efficace il riscaldamento globale. Cosa sia possibile fare in buona sostanza lo sappiamo già. Tenendo conto ad esempio che il 23% del totale di immissione di CO2 viene dalle attività di trasporto, questo rappresenta un fronte aggredibile già ora. Pensiamoci…

apr 132014
 

ipcc logo

16 anni utili per incidere positivamente sul cambiamento climatico: questo è il messaggio contenuto nella sintesi per i policymaker dell’ IPCC pubblicata oggi (mentre il rappoero completo sarà disponibile il 15 aprile). Chiarito il fallimento dell’obiettivo della riduzione delle emissioni da ottenersi nel 2020, il documento stima necessario un taglio di CO2 molto più rapida di quella ottenuta finora agendo soprattutto sui settori della produzione dell’energia elettrica, mentre appare più difficile alle attuali condizioni politiche incidere sui trasporti. Importante innovazione è l’attenzione anche ai comportamenti individuali con la capacità di combattere anche su questo fronte con risultati significativi. Da sottolineare anche come la lotta ai cambiamenti climatici sia un aspetto della più grande questione dell’equità: i paesi in via di sviluppo finirebbero, se continuasse questa tendenza, con il pagare in maniera molto più onerosa le politiche di mitigazione necessarie, creandosi un mercato delle emissioni con prezzi diversi a seconda dei Paesi. Insomma, la scienza internazionale sembra non dare messaggi discordanti sul fatto che il tempo è sempre meno.

 

apr 022014
 

bigben smog

Questi giorni il Big Ben ha una sfumatura d’altri tempi come non si vedeva dai tempi in cui fu coniata, proprio là, la parola smog: smoke + fog. Il Governo inglese ha persino allertato i cittadini londinesi chieddendo loro di restare a casa se non altrimenti costretti a causa degli alti valori di inquinamento atmosferico registrati nella capitale britannica. In breve si è verificato quanto già accaduto nell’ultimo periodo a Parigi e Bruxelles dove le autorità hanno comunicato la necessità di provvedimenti di vario genere. Oltre il danno, la beffa si è materializzata dopo che la Commissione Europea ha aperto una procedura contro Londra per non aver ridotto, come richiesto, le emissioni di diossido di azoto, prodotto in maggior parte da gas di scarico. Insomma, giusto per annotare qualche priorità politica continentale. E non solo…

mar 292014
 

FRANCE-FEATUREIn Francia almeno ci tentano. Se vi foste capitato di percorrere un’autostrada almeno nel tratto che va dal Frejus a Lione nei giorni scorsi ( ma anche a Parigi, Strasburgo o Lilla), avreste guardato con sorpresa gli avvertimenti puntuali con cui vi si avvertiva dell’obbligo di moderare la vostra velocità di almeno 20 Km/h a causa dell’inquinamento. E non era un consiglio ma un vero e proprio obbligo. Se poi accendevate la radio, potevate ascoltare diverse discussioni sui diversi problemi legati alla qualità dell’aria, con una puntuta e costante sottolineatura sui danni sanitari della polluzione atmosferica. Oltre all’annuncio che a Parigi si sarebbe circolato in regime di targhe alterne e con altre misure innovative come la possibilità per i residenti di usufruire gratuitamente per tutto il periodo necessario dell’uso delle biciclette del bike sharing e delle vetture del car sharing ovvero del Vélib e Autolib. La formula prevede per le biciclette la gratuità per  il ticket da 1 giorno, mentre le autovetture saranno gratuite per la prima ora per tutti gli abbonati. Le stesse autorità hanno infine puntato molto, per arginare il picco maligno di inquinanti, sul trasporto pubblico, rendendosi disponibili a concedere l’uso gratuito dei mezzi pubblici E non solo. Durante l’unico confronto tra le candidate per la poltrona di sindaco a Parigi, i toni si sono immediatamente accesi sulle misure da prendere contro l’inquinamento della ville lumiere con uno scontro consumatosi per un tempo certamente molto significativo rispetto ad altri argomenti. La morale è che almeno oltralpe se ne parla, mentre a livello nostrano, con percentuali di inquinamento più alte, l’argomento è ormai derubricato a problema irrisolvibile o comunque poco interessante per migliorare la qualità di vita dei cittadini del Bel Paese. Insomma, almeno là se ne parla, anche appasionatamente, mentre da noi certi aspetti della qualità della vita sono trattati con un certo fastidio…

mar 222014
 

Occupati_rinnoavbili_temporanei_Crescita delle rinnovabili sui consumi elettrici, termici e dei trasporti, dipendenza dall’estero, numero di occupati, risultati ottenuti con Conto Termico e Certificati Bianchi e altro ancora: in un’audizione alla Commissione Attività Produttive della Camera il GSE fa il punto della situazione sulle energie pulite in Italia.

Qui le slides della presentazione del GSE (Gestore Servizi Energetici)

Qui un approfondimento di QualeEnergia.it

feb 132014
 

fusione nucleare

La prestigiosa rivista scientifica Nature ha pubblicato i risultati ottenuti dal Livermore National Laboratory sull’ottenimento di energia da una reazione di fusione nucleare. In sostanza i ricercatori hanno ricreato le condizioni esistenti di combustione presenti nel sole e nelle stelle, appunto la fusione, che si differenzia falla reazione della bomba atomica in quanto non scinde l’atomo. Il risultato è stato quello di ottenere più energia rispetto a quella spesa per innescare il processo. Pur lontani da applicazioni “sul campo”, il risultato comunque spiana la strada alla continuazione della ricerca su questo tipo di reazione che otterrebbe certamente energia in quantità finora impensabili e con bassissimo impatto ambientale. Da continuare a seguire…

nov 092013
 

Ora sappiamo qual è il lato conservatore del Governo. Si chiama Flavio Zanonato e ha mostrato alla luce la sua pelle continuista con il passato agli Stati Generali della Green Economy tenutisi recentemente a Rimini presieduti da Edo Ronchi. In sostanza, in netta continuità con i predecessori Romani e Passera, ha sconcertato il parterre degli uditori accorsi e composto per lo più da consorzi, imprenditori, start up green, ritrovando argomenti poco convincenti, e sicuramente molto lontani da chi governa economie in crescita quali quella tedesca e statunitense, contro i tentativi di sviluppo delle energie “green”. L’energia verde, secondo Zanonato, pesa “solo” per un terzo (92 Tera Watt/ora contro 300) del fabbisogno nazionale ed esiste una preoccupazione sul costo elevato delle bollette elettriche, imputabile per molti versi proprio alle energie versi. Bisognerebbe davvero che qualche dirigente del suo Ministero fornisse una relazione esaustiva su questi punti, portando il Ministro ad un sano esercizio di studio dell’economia non solo ambientale, rivedendo diverse affermazioni. Il problema vero, a questo punto, non è certamente il rinsavimento dello stesso Zanonato, quanto porsi davvero il problema della rappresentanza politica all’interno prima di tutto del nostro Partito, della linea di sviluppo economica ambientale. Che non solo latita, ma viene anche platealmente attaccata malgrado il buon atteggiamento del Ministro dell’Ambiente Orlando, che tutt’altre speranze aveva acceso precedentemente nella stessa assise.

nov 092013
 

Un pacchetto di misure innovative e di pronta attuazione in chiave green che, senza aumentare la pressione fiscale né il debito pubblico, siano in grado di attivare uno sviluppo durevole, una ripresa degli investimenti e dell’occupazione. Questo il “Pacchetto di misure per un Green New Deal per l’Italia”, presentato agli Stati Generali della Green Economy 2013, che si sono svolti a Rimini e promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 66 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e il Ministero dello Sviluppo Economico, con il supporto tecnico della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
Per i dieci settori strategici individuati (fisco; strumenti finanziari innovativi; investimenti in infrastrutture verdi, difesa del suolo e risorse idriche; rifiuti; efficienza e risparmio energetico; energie rinnovabili; filiere agricole di qualità ecologica; rigenerazione urbana e consumo del suolo; mobilità sostenibile; occupazione giovanile green) il “pacchetto” si muove lungo 4 direttrici: un fisco in chiave green, semplificazioni burocratiche, nuovi strumenti finanziari, ottimizzazione e razionalizzazione dell’uso delle risorse finanziarie esistenti. Ecco una sintesi il pacchetto di misure:
1 – Riforma fiscale in chiave eco: eliminare gli incentivi alle attività economiche che hanno impatti negativi sull’ambiente, orientare la riduzione della spesa pubblica verso quella con impatti negativi sull’ambiente, adottare misure di fiscalità ecologica (road pricing, carbon tax) e utilizzare le maggiori entrate per introdurre la deducibilità fiscale degli investimenti in eco-innovazione e per ridurre il cuneo fiscale nella attività della green economy.
2 – Migliore l’utilizzo delle risorse europee e strumenti finanziari innovativi: sperimentare i project bond, i social impact bond, i performance bond; aumentare gli appalti pubblici verdi; attivare un programma nazionale che punti a supportare un migliore utilizzo dei fondi europei e un maggior ricorso ai Fondi della Banca Europea degli investimenti.
3 – Investimenti per le infrastrutture verdi, difesa del suolo e acque: puntare su investimenti che si ripagano con la riduzione dei costi economici e ambientali: sulle infrastrutture verdi per ridurre i rischi della crisi climatica (reti di aree naturali o seminaturali, pareti e tetti verdi, cinture verdi urbane, ecc.) e per tutelare la biodiversità. Puntare su un’opera pubblica verde per eccellenza: la difesa del suolo per ridurre i costi di frane e alluvioni. Investire per la tutela della qualità dell’acqua e sul risparmio di risorse idriche.
4 – Programma nazionale di misure per l’efficienza e il risparmio energetico: rendere permanente l’incentivo al 65%; rendere praticabili piani di finanziamento per la riqualificazione energetica degli edifici; valorizzare l’esperienza del Patto dei Sindaci; attivare un fondo di garanzia per il teleriscaldamento; rafforzare l’uso ambizioso e rigoroso degli standard tecnologici (dagli elettrodomestici ai motori elettrici, dall’illuminazione agli edifici), mentre le Pmi vanno supportate per attuare l’efficienza energetica.
5 – Misure per sviluppare le attività di riciclo dei rifiuti: evitare una service tax che assorba i costi della gestione dei rifiuti, adottare, invece, una tariffazione “puntuale” per la gestione dei rifiuti urbani con un meccanismo che assicuri la copertura dei costi, premiando chi conferisce i rifiuti in modo differenziato; incoraggiare e misurare, oltre alle raccolte differenziate, l’effettivo riciclo e dare a questo priorità; coinvolgere economicamente i produttori di beni nelle attività di riciclo e recupero; promuovere l’uso di prodotti provenienti dal riciclo.
6 – Rilancio degli investimenti per lo sviluppo delle fonti rinnovabili: le fonti rinnovabili costituiscono l’1% del PIL europeo. In un quadro di progressivo superamento del sistema degli incentivi, alleggerendo il carico in bolletta, occorre fissare obiettivi di sviluppo delle rinnovabili al 2030 agendo su piani diversi, quali ridurre i costi di produzione semplificando norme e procedure; istituire un fondo di garanzia; introdurre un meccanismo di detrazioni fiscali che favorisca l’aumento degli investimenti, dell’occupazione e produca nuove entrate; integrare gli incentivi per l’efficienza energetica con quelli per le fonti rinnovabile; sviluppo di reti intelligenti e della ricerca.
7 – Programmi di rigenerazione urbana, di recupero di edifici, di bonifica, per limitare il consumo di suolo: per limitare il consumo del suolo che ormai marcia a ritmi insostenibili (ogni 5 mesi viene cementificata in Italia una superficie pari al Comune di Napoli) occorre puntare su programmi di rigenerazione urbana e sul recupero, la ristrutturazione, il rifacimento, il riuso e la riqualificazione energetica degli edifici esistenti; favorire le bonifiche dei siti contaminati e delle aree industriali; attivare processi partecipativi per lo sviluppo delle città intelligenti e sostenibili (Smart City); arrestare il consumo di suolo non urbanizzato con misure efficaci.
8 – Fondo Nazionale per la Mobilità sostenibile: il Fondo può essere alimentato con un sistema di pedaggio stradale, differenziato in base alle emissioni e alla congestione; con fondi del MIT e con una parte del gettito derivante dalle accise sui carburant. Esso potrà finanziare lo sviluppo di nuove reti e interventi soprattutto per la mobilità sostenibile urbana (piste ciclabili e pedonali; car sharing e bike sharing); reti dedicate al TPL, sostituzione di autobus con più di 15 anni, Telelavoro, diffusione veicoli a gas, elettrici, ibridi. 9 – Valorizzare le potenzialità di crescita dell’agricoltura di qualità: promuovere gli investimenti per produzioni biologiche di qualità, di filiera corta; promuovere il consumo di prodotti agro-alimentari di qualità, ottenuti con processi sostenibili, di filiera corta anche con azioni mirate per rafforzare la vendita diretta e il loro inserimento negli acquisti della p.a.; favorire con detrazioni fiscali le iniziative tese a integrare le attività tradizionalmente collegate alla produzione agricola, con azioni mirate a promuovere la manutenzione e la fruizione del territorio.
10 – Piano nazionale per l’occupazione giovanile per una green economy: il Piano deve prevedere una riduzione, per tre anni, del prelievo fiscale e contributivo per l’impiego di giovani; una riallocazione in chiave di eco-innovazione degli incentivi all’industria; un rafforzamento in chiave green delle principali filiere produttive; un programma di risanamento e riqualificazione ambientale degli impianti e delle produzioni ad elevato impatto; il lancio di iniziative di valorizzazione del Made “green” in Italy; il sostegno alle green start-up giovanili.

(via Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile)

nov 032013
 

Circolano sulla rete ampi stralci del prossimo rapporto dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) che verrà pubblicato nel prossimo marzo e che descrive le pressioni sull’ambiente del global warming – o riscaldamento globale -. Le note presenti sono in linea rispetto alle diverse previsioni che da ormai decenni ci allertano su un aumento dei conflitti per le risorse, povertà, caldo, siccità e via discorrendo. In sostanza l’impatto del peggioramento delle condizioni ambientali riguarderà la crescita economica soprattutto nei paesi a basso e medio reddito pro-capite creando anche sacche più profonde di diseguaglianza nei paesi più ricchi. Da rimarcare è comunque l’atteggiamento dello studio che distingue le diverse cause dell’arretramento economico, rimarcando però come il global warming potrà rappresentare un fattore di peggioramento decisivo. Lo stesso Chris Field, primo autore dello studio, spiega che il peggiore degli scenari descritti si riferisce alle condizioni in cui l’umanità non agisca in nessun modo per contrastare queste tendenze: “Non sono disperato” – avverte Field – “perché vedo la differenza tra un mondo in cui non facciamo nulla e uno in cui ci rimbocchiamo le maniche e facciamo qualcosa”.  Se continuano a rimanere moltissimi dubbi sul fatto che i diversi paesi stiano procedendo con sufficiente forza nelle diverse azioni necessarie, rimane il fatto che siamo ancora in tempo per invertire in maniera virtuosa lo scenario previsto. Anche se bisognerebbe tornare a far correre la più importante delle risorse sostenibili e rinnovabili: la volontà politica.

Qui è disponibile la traduzione italiana a cura della Fondazione Sviluppo Sostenibile

ott 242013
 

La consapevolezza di come sta evolvendo l’inquinamento nei nostri territori – e meglio ancora nell’intera Europa – necessita di dati. Magari facilmente leggibili, confrontabili, comprensibili. La Commissione Europea con l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA: Environmental European Agency) ci ha pensato su e ha costruito 32 mappe sovrapponibili che mostrano in maniera semplice ed efficace le fonti di inquinamento atmosferico e i risultati della pressione ambientale originate da traffico automobilistico, riscaldamento, agricoltura, navigazione aerea e via discorrendo. La motivazione è semplice e viene dalla stessa direttrice dell’EEA: “Le mappe permetteranno ai cittadini di prendere l’iniziativa, sollecitando le autorità perché apportino i miglioramenti”. Un progetto importante e complesso, che utilizza i dati raccolti dal Registro Europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti. E che troverete QUI