Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Tra Civati e Renzi spunta… Romano Prodi

Il Professore ci ripensa e andrà domenica ai gazebo per le primarie del Pd. Romano Prodi decide di mettersi in coda con tutte le persone che vogliono dare un segnale di cambiamento dichiarando la necessità di partecipare alla difesa del bipolarismo dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul “Porcellum”. Per senso di dovere, ma anche di affetto per la sua creatura, fanno sapere ambienti vicini all’ex Premier. Senza sbottonarsi, però, su chi catturerà la sua preferenza, anche se sembra di capire che la scelta se la giocheranno Civati e Renzi e non Cuperlo, considerato dai suoi troppo vicino a coloro che affossarono la sua candidatura alla Presidenza della Repubblica.

Primarie: le risposte dei candidati sulla scienza

I candidati alle primarie del centrosinistra hanno risposto a sei domande riguardanti le politiche della scienza e della ricerca proposte da un gruppo di blogger, giornalisti, cittadini e ricercatori. Le risposte su fecondazione assistita, ogm, energia e altro ancora, possono essere lette sul sito de “Le Scienze” cliccando qui

No Representation without Taxation

Per cogliere il senso dei nostri tempi potremmo rovesciare una delle basi su cui vennero costruiti gli Stati Uniti d’America. Ancora oggi il concetto del “No taxation without representation” – che fu utilizzato nel 1775 dalla Virginia per sancire l’illegittimità delle tasse nelle situazioni in cui era assente la rappresentanza parlamentare dei cittadini – fa ogni tanto capolino nelle dissertazioni dei liberisti nostrani, perdendo in verità la forza, senza dubbio rivoluzionaria, che ebbe tra i coloni che a Boston rovesciarono il famoso carico di té in mare. Infatti quello che, con una certa mancanza di compostezza, si voleva dire a Matteo Renzi con i suoi Cayman-amici è: “No representation without taxation”. Quindi, potendo, se non si contribuisce mediante le tasse al destino dei servizi del nostro Paese, non pensiamo sia corretto avere tutti i diritti di dettare la politica, non solo economica, della nostra comunità. E questo, of course, vale anche per gli evasori, piccoli e grandi che siano…

Renzi e la sinistra dei poteri forti

I commensali milanesi di Matteo Renzi hanno svelato uno dei temi che da anni sono posti alla sinistra italiana – se non continentale-. La domanda è semplice: può la sinistra governare il Paese mantenendosi autonoma dai poteri finanziari forti? Non abbiamo, a dire il vero, una risposta chiara e programmatica del candidato gigliato, perchè programma vero non c’è. Ma i riti, i comportamenti da prima repubblica con cene a porte chiuse, il fundraising poco trasparente di quella serata, ci inducono a pensare che per il nostro di cui sopra sia necessario parlarsi fitto e fuori da orecchie indiscrete con quel tipo di potere. No, è comunque necessaria una Santa “Allianz” con un diverso atteggiamento privilegiato. I voti però, in politica, valgono uno per ogni testa ed è utile che vengano raccolti alla luce del sole, magari facendo in modo di non dover dire troppi grazie se si arriva al traguardo per primi.

BersanHopper parte da Bettola

Questo il Manifesto postato da Stefano Di Traglia, portavoce di Bersani, per la partenza della campagna del segretario Pd dalla pompa di benzina che fu di suo padre a Bettola. Sarà che sono un fan di Hopper e comunque l’idea mi sembra buona

Primarie: il Pd e l’America

Sulla questione degli eventuali votanti di centrodestra alle primarie del centrosinistra, basterebbe capire qual è il tasso di ispirazione al sistema americano. Sì, perchè i maggiori praticanti del sistema di scelta del candidato attraverso elezioni preventive sono, appunto, gli americani. Innanzitutto il sistema di registrazione ad albi di elettori democratici o repubblicani non è presente in tutti gli Stati dell’Unione. Ma soprattutto, giusto per trasparenza, esistono da sempre elettori di uno schieramento che si organizzano e votano per il candidato dell’altro Partito. Così nessuno si scandalizza più di tanto se esistono gruppi organizzati come ad esempio quelli del “Republicans for Obama” e viceversa. Certamente ogni popolo possiede una storia a sè ma non sarebbe neppure un male capire  cosa succede da chi ha un’esperienza ormai centenaria, visto che richiamiamo quelle stesse esperienze quando ci fa comodo.

Primarie Torino. Fassino al 53% dopo un quarto di schede scrutinate

22.30. Secondo il sito “lospiffero.com” si profilerebbe una netta vittoria di Piero Fassino già dopo lo scrutinio del 25% delle schede, con percentuali attorno al 53%, mentre Gariglio segirebbe con percentuali attorno al 28%. Staccati nettamente gli altri competitori con Passoni intorno al 12%, Curto al 4% e Viale ben sotto l’1%.

Gariglio e Fassino di fronte a Torino 2011

Come ultimamente succede, le primarie del centrosinistra di Torino sembrano avviate ad un risultato non scontato. Infatti i “beninformati” ci fanno sapere che i candidati democratici – Gariglio e Fassino – sono sostanzialmente appaiati nel consenso dei torinesi. Gli altri candidati – Passoni, Curto e Viale – non sembrano avere numeri sostanziosi per contrastare il Pd, a maggior ragione oggi che sfuma la possibilità di un fronte unico a sinistra tra Passoni e Curto che indeboliranno la forza d’urto dell’ala radicale della coalizione. (altro…)

Primarie a Torino: un esempio americano di John Podesta.

John Podesta racconta una storia nel suo “l’America del progresso” che dovrebbe far riflettere sulla questione delle primarie di cui si discute negli ultimi tempi specialmente a Torino. Il racconto è ambientato agli inizi del novecento americano tra Bob La Follette, governatore del Wisconsin, riconosciuto campione del progressismo ma di fede repubblicana e Wiliam Jennings Bryan, il “colonnello” senatore democratico – anche se repubblicani e democratici erano certamente meno differenziati di oggi -. Durante un viaggio nel Wisconsin, Bryan aveva chiesto a La Follette a che punto erano alcune leggi ritenute “intelligenti” e decidendo quindi di dargli un aiuto davanti al Congresso degli Stati Uniti. cosa che fece dichiarando di fronte al Congresso stesso che “ lui non temeva che i repubblicani rubassero un’idea ai democratici, ed era disposto senza batter ciglio a lasciar perdere tutte le buone proposte avanzate dal proprio partito se i repubblicani gliele avessero rubate con l’intenzione di trasformarle in leggi”. La Follette racconta poi che il Colonnello Bryan aveva rifiutato di far campagna elelttorale contro di lui alle elezioni del 1902 e che in quell’occasione avrebbe detto: “ Sono interessatissimo alle cose che stai mettendo in atto in Wisconsin e voglio davvero che tu ci riesca, L’esempio del Wisconsin conta ben di più, per il Paese, di qualsiasi vittoria del Partito Democratico nello Stato. Voglio che sia tu a vincere le primarie. Voglio che tu riesca a far passare il tuo programma di riforma della tassazione. E voglio vederti trionfare nella battaglia che stai conducendo contro le grandi società”.

Forza Sergio (nel senso di Chiamparino)

La cosa era già nota a chi aveva ascoltato la trasmissione radiofonica “un giorno da pecora”, ma stranamente continua ad essere in certa parte ignorata dai media. Chiamparino ha detto che si candiderà per le prossime primarie, che in caso di confronto con Vendola vincerà, che è necessaria una svolta laburista per i nipotini di Berlinguer. L’ostacolo rimane un problema statutario che comunque sarebbe rimovibile. Quindi: Forza Sergio!