Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Assange, l’Ecuador, gli Usa, la Gran Bretagna, Garzon e le banane

Perché Assange ha scelto l’Ecuador? Come mai il Foreign Office inglese sta gettando la spugna? Che legame esiste tra il giudice spagnolo Garzon, Assange, Lagarde? E perché Lula, Morales e Chavez hanno deciso di aiutare l’Ecuador facendo irritare gli Stati Uniti? Cosa lega Wikileaks e le banane? Se questa ricostruzione è vera potrebbe avere la forza della nitroglicerina…

Assange in videoconferenza il 30 marzo per l’Espresso

Mercoledì 30 marzo, dalle 13 ora italiana, il fondatore di WikiLeaks Julian Assange risponderà in diretta per circa un’ora alle domande che vorranno porgli i lettori dell’Espresso on line ( per seguire qui)
E’ un’iniziativa nata dopo che da diverse settimane l’Espresso e WikiLeaks hanno iniziato una collaborazione per la diffusione dei cablo sull’Italia in un apposito database e che quindi è stata concordata anche per permettere a tutti di confrontarsi sulle molte rivelazioni riguardanti il nostro Paese. Ma ovviamente le domande possono riguardare anche il resto del lavoro di Wikileaks e del suo fondatore, che come noto si trova al momento agli arresti domiciliari a Norfolk, nell’Inghilterra orientale.

Wikileaks candidato al Nobel

La commissione incaricata di selezionare i candidati per l’assegnazione del Premio Nobel per la pace ha confermato che Wikileaks e Internet sono nella rosa dei 241 finalisti. Per certi versi è sicuramente inaspettata la presenza della creatura di Assange, tenendo anche conto che i norvegesi – e gli americani – non sembrano in questo momento tra i migliori supporter del sito che ha svelato molti documenti riservati di una certa rilevanza. Un’eventuale vittoria di Wikileaks sicuramente porterebbe ad una interessante discussione tra coloro che ritengono fondamentale la trasparenza della politica e i sostenitori della riservatezza delle notizie che concorrono a modificare le condizioni di vita di milioni di persone.

Spogli alla meta

(…) “Il primo ministro Silvio Berlusconi è involontariamente diventato il simbolo di questo processo. Le sue continue gaffe e la sua povertà di linguaggio hanno più di una volta offeso gran parte del popolo italiano e molti leader europei. La sua chiara volontà di anteporre i propri interessi personali a quelli dello Stato, il suo privilegiare le soluzioni a breve termine a discapito di investimenti lungimiranti, il suo frequente utilizzo delle istituzioni e delle risorse pubbliche per ottenere benefici elettorali sui suoi avversari politici hanno danneggiato l’immagine dell’Italia in Europa, creato una reputazione disgraziatamente comica alla reputazione dell’italia in molti settori del governo statunitense». Robert Spogli Ambasciatore Stati Uniti d’America in Italia.

Leaks: ora è Open.

OpenLeaks, il nuovo sito concorrente di WikiLeaks è online. Costruito da alcuni “fuoriusciti” dalla creatura di Assange, il nuovo sito si propone la diffusione di materiale”secret” in maniera ancora più libera e con maggiori garanzie di anonimato. Il sito, a differenza di Wikileaks, non pubblicherà direttamente le notizie, ma metterà a disposizione di chi lo voglia, una piattaforma maggiormente “trasparente” . Secondo le intenzioni dei gestori sarà garantita anche una maggiore “democraticità” rispetto alla creatura di Assange, accusato di protagonismo assoluto.

Wikimonde

Andando sul sito di Le Monde web troverete una sezione dove potrete consultare i documenti di WikiLeaks. Ho guardato, un po’ distrattamente a dire il vero, i siti dei maggiori giornali italiani e non ho trovato nulla di simile. Eppure tutti ne parlano. In Italia, però, è difficile trovare qualcuno – che dovrebbe esseere un professionista della materia – che tenti di fare la stessa operazione. Ci si sarebbe aspettato che gli esperti della comunicazione ci prendessero per mano e ci facessero trovare il filo di Arianna di questo labirinto. Rispettando comunque la nostra intelligenza nel poter leggere di prima mano cosa effettivamente ci sia dentro quei documenti. Ma non è così e ce ne dispiace, perchè a fronte di tutti i buoni propositi il giornalismo professionistico nel nostro Paese continua ad essere davvero solo di carta. Ed allora ha ragione Le Monde nel pezzo che illustra i motivi per cui vengono pubblicati i documenti di Assange: “Informare non impedisce di agire con responsabilità. Trasparenza e discernimento non sono incompatibili”.

WikiLeaks: Berlusconi fisicamente e politicamente debole

Il presidente del Consiglio italiano è un leader “fisicamente e politicamente debole” le cui “frequenti lunghe nottate e l’inclinazione ai party significano che non si riposa a sufficienza”. Lo afferma l’incaricata d’affari americana a Roma Elisabeth Dibble in un documento inviato a Washington e reso noto da Wikileaks. Il telegramma della Dribble è citato dal Guardian, uno dei giornali che ha ottenuto da Wikileaks i documenti segreti.

Wikicasino: domani.

Sembra che domani sera verranno pubblicati su Wikileas i files con i documenti diplomatici riguardanti Stati Uniti, Gran Bretagna e anche Italia. Ingegnosa l’idea di suddividere le varie pagine in piccoli frammenti che albergano in molti computer e server sparsi in tutto il mondo in modo tale da non permettere la cancellazione dell’archivio. Il fatto provoca grandi preoccupazioni in molti governi, penso a ragion veduta. Meno chiara appare la preoccupazione dei diversi media e giornalisti, tra l’altro a volte gli stessi che vanno a cercare pruderie a Montecarlo, Antigua e via discorrendo. Personalmente l’unica domanda che mi pongo è quella della verità delle cose contenute in quei documenti. Oltre al fatto che il buon senso di tutti noi ci guiderà sicuramente nel capire se i nostri governanti abbiano agito effettivamente nell’interesse dei Paesi che governano: se l’hanno fatto di cosa preoccuparsi?. E qui certamente molti esperti dei media, quali dovrebbero essere appunto i giornalisti, non ci stanno aiutando molto.

Wikileaks. Il video di Al Jazeera

Ecco il video di sei minuti che Al Jazeera ha pubblicato su You tube sulle rivelazioni di Wikileaks

Iraq. Wikileaks pubblica i segreti militari

Al Jazeera ha rotto l’embargo ed ha cominciato  pubblicare le rivelazioni di Wikileaks sulla guerra in Iraq, preannunciando “la più grande rivelazione di segreti militari di tutti i tempi”. Le testate coinvolte nella pubblicazione dei documenti sarebbero molte: See TBIJ, IBC, Guardian, Spiegel, NYT, Le Monde, Al Jazeera, Chan4, SVT, CNN, BBC  ed altre ancora. “Il Post” offre la possibilità di seguire “in progress” le notizie che stanno ormai circolando sulla rete in maniera “virale”. Particolarmente attivo il Guardian che scrive:

Una fosca immagine dell’eredità britannica e statunitense in Iraq è stata rivelata da un’enorme mole di documenti americani che dettagliano casi di tortura, esecuzioni sommarie e crimini di guerra.
Quasi 400 mila rapporti sul campo dell’esercito americano sono stati consegnati al Guardian e a un gruppo di altre organizzazioni editoriali internazionali da parte del sito Wikileaks.
L’archivio digitale presumibilmente proviene dallo stesso analista dissidente dell’intelligence americana che si ritiene avesse diffuso un lotto più piccolo di 90 mila rapporti che riferivano di scontri sanguinosi e uccisioni di civili nella guerra afgana.
I nuovi documenti mostrano come:

- Le autorità americane mancarono di indagare su centinaia di rapporti di abusi, torture, stupri e persino  omicidi da parte della polizia irachena e di soldati le cui condotte appaiono sistematiche e solitamente non perseguite.

- Un elicottero americano coinvolto in un noto incidente a Baghdad avesse già ucciso dei ribelli iracheni dopo che avevano cercato di arrendersi.

- Più di quindicimila civili siano morti in incidenti finora non noti. Le autorità americane ed inglesi hanno sostenuto che non esistesse nessun documento ufficiale sulle vittime civili ma questi rapporti registrano 66.081 morti di non combattenti e un totale di 109.000 vittime.

Ecco il lancio su youtube di al Jazeera