ott 152011
 

Da sempre siamo più appassionati a capire cosa succede nel sistema nervoso produttivo del nostro territorio, rispetto al piccolo cabotaggio di magagne e prebende d’oro che in questi giorni stanno agitando Palazzo di Città a Torino. Che vengano riciclati e garantiti i vertici di Amiat o GTT è davvero un semplice problema politico che riguarda persone che permettono questo malcostume ed altre che ne usufruiscono. Queste persone usino quindi gli strumenti a loro disposizione e agiscano di conseguenza: noi, la prossima volta non daremo appelli quando sarà l’ora di valutarli e di mandarli a casa. Ciò che invece ci interessa veramente sono i movimenti nel mondo FIAT, che alla fine si possono riassumere nella completa perdita di centralità di Torino: la Fiat-Chrysler è una nuvola più compatta di quello che si pensi che sta velocemente omogeneizzandosi nei modi e nelle strategie di produzione con la testa pensante ormai fuori dall’Italia e con uno standard davvero globalizzato ed unificante dal Brasile agli Stati Uniti passando per Melfi. Continue reading »

giu 212011
 

Una risposta intelligente del sindacato, senza dubbio. Nasce la rete globale dei sindacati di tutti gli stabilimenti del gruppo Fiat – Chrysler che collega tutti i lavoratori dei siti della Polonia, Francia, Serbia, Repubblica Ceca, Stati Uniti e chiaramente Italia. Per ora rimangono fuori i canadesi e i sudamericani. L’obbiettivo è lo scambio di informazioni e la definizione di una strategia comune dei lavoratori del gruppo. Verrà inviata una richiesta di riconoscimento della rete all’AD Fiat Sergio Marchionne. E dentro c’è anche la Fiom.

gen 152011
 

Vincono i si al referendum di Mirafiori per 53 a 47%. Più che mai vale il quadro fatto da Ezio Mauro ieri su Repubblica, che aiuta a comprendere davvero cosa stia succedendo nel nostro Paese

“Il voto e la sfida di Torino non disegneranno un nuovo modello di governance per l’Italia, come sperano coloro che oggi attendono da Marchionne quel che per un quindicennio ha promesso Berlusconi, senza mai mantenere. Soprattutto non daranno il via né simbolicamente né concretamente  -  purtroppo  -  ad una fase generale di crescita del Paese. Il significato della partita di Mirafiori è un altro, e va chiamato col suo nome: la ridefinizione, dopo tanti anni, del rapporto tra capitale e lavoro (…)”

(continua a leggere qui sul sito di Repubblica)

ott 252010
 

Ci saremmo aspettati qualcosina di più dal dibattito che si è accesso sulle parole di Marchionne. Tolti gli ampi lamenti che fanno parte del gioco politico, le parole dell’AD Fiat, tutte e non solo quelle riprese ad arte, potevano servire per una volta a guardare meglio la realtà. Ad esempio sul perchè 7 auto su 10 vendute in Italia sono marche straniere. Bisognerebbe quindi dire qualcosa sulla mancanza di innovazione. Ma davvero 7 auto su 10 sono straniere? Ma cos’è oggi Fiat se non un grande gruppo internazionale che ha certamente radici in Italia, ma di fatto non è più italiana? Se inoltre siamo a livello di paesi in via sviluppo per ciò che riguarda la produttività ci sarà anche qualche ragione nelle parole di Marchionne. E d’altronde è anche chiaro che non esiste oggi nel nostro Paese nessun embrione di politica industriale: che cosa sta facendo il Governo sulla politica dei trasporti, della mobilità sostenibile, sul sistema di tassazione? Così come siamo sicuri che puntare sull’industria dell’automobile sia ancora il maggior obbiettivo che un paese come il nostro deve perseguire? Esistono ancora così tante persone in Europa che devono comperarsi un’automobile? Oppure il sistema è prossimo alla saturazione e la capacità produttiva della stessa Fiat è sovradimensionata? E la stessa Fiat si sente oggi garantita nell’accettare il rischio di produrre nuovi modelli con il sistema di relazioni industriali e sindacali  attuali? Lo stesso accesso al credito in Italia è scivolato dal 79° all’84° posto a livello mondiale. Possiamo dire tutto quello che vogliamo, anche con ragione, ma comunque sollevare il coperchio e dire anche ciò che non ci piace sentire, non deve essere oggi sentito come un reato di lesa maestà. Marchionne probabilmente ha detto una  grande verità: il re è nudo.

ott 032010
 

Bob King, Presidente del potente sindcato americano dell’industria automobilistica (UAW) è in visita in Italia per consolidare i contatti con la Fiat e cercare partner dell’industria legata alla produzione automotive disponibili a produrre nelle aree del midwest americano. L’occasione è certamente interessante per i sindacati italiani impegnati oggi in una sorta di mega vertenza con la Fiat, anche se su rive spesso contrapposte. Pare ci sia stata una piccola gara tra le sigle sindacali per dichiarare la propria “amicizia” e le convergenze con il sindacato americano che è stato protagonista del recente accordo Fiat – Chrysler con una forte apertura e collaborazione. Prima di registrare le convergenze, penso sia utile fornire un piccolo spaccato della filosofia che ha sostenuto la UAW nel recente accordo ben rintracciabile nel discorso di Bob King del settembre scorso.

Bob King e la UAW del XXI secolo

ago 262010
 

Per capire meglio quali sono i riferimenti “culturali” di cui è intessuta l’ultima partita di Sergio Marchionne è necessario dare uno sguardo su cosa sta avvenendo nel sindacato americano dei metalmeccanici. Utile a questo proposito leggersi un interessante articolo di Giuseppe Berta comparso sul IlSole24Ore web – La parabola di Walter Reuther, il sindacalista con vista sul futuro -. Se infatti la crisi scuote in profondità la fiducia, le modalità d’azione e la stessa capacità di rappresentatività del sindacato, non si può ignorare cosa ha detto il 2 agosto scorso Bob King, il nuovo presidente della Union of automobile Workers of America (Uaw) che è stato il più grande e forte sindacato industriale nel mondo e che ha pagato un prezzo durissimo negli ultimi anni: nel 1979 contava 1,5 milioni di iscritti contro i circa 400.000 attuali. King sostiene che l’organizzazione dei lavoratori deve essere ripensata dalle basi smattendo di considerare il management come avversario e nemico e tendere invece a costruire relazioni di collaborazione. Chiaramente ognuno può pensarla come vuole, ma il discorso di oggi di Marchionne non può prescindere dalle posizioni del sindacato di oltreoceano. Interessante è comunque la spiegazione che Berta introduce dei riferimenti, nel discorso di King, alla figura mitica della Uaw, cioè Reuthers che ne incarnò i diversi momenti nelle varie epoche da anima militante e radicale delle origini – andò perfino nella Russia stalinista – alla capacità negoziale leggendo in maniera anche originale la pancia dell’America.

lug 092010
 
Roma, 9 lug. – (Adnkronos/Labitalia) – La Fiat e le organizzazioni sindacali Fim-Cisl, Uil-Uilm e Fismic, al termine di un incontro tenutosi oggi a Torino, hanno convenuto di dare attuazione all’accordo raggiunto il 15 giugno scorso per la produzione della futura Panda a Pomigliano d’Arco. Lo comunica, in una nota, la casa automobilistica torinese.
Alla riunione erano presenti, tra gli altri, il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, e l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne. L’Ugl, firmataria anch’essa dell’accordo del 15 giugno, non ha partecipato all’incontro di oggi, ma aveva già incontrato l’azienda in precedenza.
Tutti i firmatari dell’accordo, come si legge nella nota, “considerando che la grande maggioranza dei lavoratori ha dato il proprio assenso con il referendum, hanno convenuto sulla necessità di dare continuità produttiva allo stabilimento e a tutto il sistema della componentistica locale, offrendo così prospettive future ai dipendenti dell’impianto di Pomigliano”
“L’azienda e le organizzazioni sindacali che hanno firmato l’accordo – si legge ancora nella nota – si impegneranno per la sua applicazione con modalità che possano assicurare tutte le condizioni di governabilità dello stabilimento”.
“L’esecuzione di questo accordo nei tempi e nei termini concordati – conclude il comunicato della Fiat – è la condizione necessaria per la continuità dell’impegno della Fiat nella realizzazione del progetto ‘Fabbrica Italia’”.
“Il governo saluta con grande soddisfazione la decisione delle parti firmatarie dell’accordo, relativo a nuovi investimenti per la produzione di vetture Panda a Pomigliano, di procedere all’attuazione dell’accordo stesso”, ha commentato il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi.
“Si tratta di una decisone altamente significativa -continua- per l’interesse nazionale e per quello in particolare del Mezzogiorno non solo perche’ rappresenta un consistente investimento destinato a garantire grandi volumi di lavoro ma anche perche’ esso e’ per la prima volta il frutto non di interventi pubblici ma dell’autonoma capacita’ delle parti sociali di creare condizioni tali da rendere conveniente lo stesso investimento”.
“L’accordo corrisponde pertanto a quell’idea di sussidiarieta’ in favore della duttile capacita’ delle parti sociali di adattarsi reciprocamente nelle diverse situazioni aziendali e territoriali che il governo e’ ulteriormente impegnato a promuovere attraverso l’ormai prossimo Piano triennale per il lavoro. Perdono tutti i profeti di sventura che ogni giorno hanno, come al solito, scommesso sul declino del Paese”, ha concluso Sacconi.
“E’ una svolta che senza enfasi si puo’ definire storica sia per le relazioni industriali sia per tutta l’economia italiana. Un segnale positivo di fiducia nei confronti del Mezzogiorno che ne ha tanto bisogno in questo momento, ma anche per tutto il sistema produttivo italiano”. Questo il commento del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha partecipato oggi all’incontro a Torino tra Fiat e sindacati, sull’avvio operativo dell’accordo sullo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco, sottoscritto il 15 giugno scorso.
“Nonostante tutti i profeti di sventura e le chiusure ideologiche e politiche di una minoranza rissosa -ha continuato Bonanni- la Fiat non si e’ tirata indietro confermando gli impegni per Pomigliano. E’ anche la migliore risposta a una politica che si divide e fa fatica a cogliere gli interessi nazionali. La Fiat dimostra invece -ha aggiunto- con senso di responsabilita’ che si puo’ investire bene nel nostro paese”.
“Anche sul piano internazionale e’ una iniezione di fiducia positiva per tutto il ‘made in Italy’. Spero che altre imprese -ha concluso il leader della Cisl- seguano l’esempio della Fiat di riportare le produzioni in Italia, sfidando chi pensa di poter risollevare le sorti del nostro paese solo con le chiacchere”.
“A seguito dell’incontro con i vertici della Fiat, svoltosi questa mattina al Lingotto a Torino, abbiamo convenuto che l’accordo siglato lo scorso mese di giugno sara’ applicato. Il progetto va avanti”. Cosi’ in una nota il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. “Grazie alla nostra intesa -ha concluso Angeletti- la Panda sara’ prodotta nello stabilimento di Pomigliano”.
“La Fiat ha scelto di procedere con le altre organizzazioni sindacali sulla base dell’accordo separato che contiene deroghe al contratto nazionale, alle leggi e violazioni costituzionali, che puo’ aprire la strada alla demolizione del contratto collettivo nazionale e un peggioramento delle condizioni di lavoro. Cio’ puo’ contribuire al progetto del governo di smantellamento dello Statuto dei lavoratori”. Cosi’ Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil, e’ intervenuto, in una nota, sull’intesa tra Fiat e e sindacati Fim-Cisl, Uil-Uilm e Fismic per l’avvio operativo dell’accordo sul sito Fiat di Pomigliano d’Arco, siglato lo scorso 15 giugno, ma non dalla Fiom.
“Si e’ convenuto di dare seguito all’accordo del 15 giugno scorso riguardante il progetto ‘Futura Panda a Pomigliano’ decidendone l’avvio operativo. A tale scopo si attiveranno delle riunioni, in tempi brevi, per attuare il progetto”. Cosi’, in una nota unitaria, le segreterie nazionali di Cisl, Uil, Fim-Cisl, Uilm-Uil e Fismic hanno commentato l’esito dell’incontro svoltosi oggi a Torino tra la Fiat, le segreterie nazionali dei sindacati di categoria, e i segretari generali di Cisl, Raffaele Bonanni, e Uil, Luigi Angeletti, sul futuro dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco. Per la Fiat era presente l’amministratore delegato, Sergio Marchionne.
“In questo modo -si legge ancora nella nota dei sindacati- si raccoglie anche il grande consenso dei lavoratori ottenuto nel referendum del 22 giugno. L’avvio dei piani operativi su Pomigliano consentira’ anche lo sblocco del piano complessivo della Fiat sugli altri stabilimenti italiani, finalizzato all’incremento delle produzioni e alla stabilizzazione dell’occupazione, denominato ‘Fabbrica Italia’. Le organizzazioni sindacali -conclude la nota- esprimono grande soddisfazione e si ritengono impegnate nel massimo sforzo in questa grande opportunita’ per i lavoratori italiani della Fiat e del Paese”.
“Siamo riusciti a ottenere lo sblocco dell’investimento della Panda per Pomigliano. Marchionne ci ha detto che l’investimento e’ sbloccato gia’ da ieri. E’ un impegno reciproco per portare la Panda a Pomigliano, un impegno molto forte di Fiat, che da’ il via anche agli investimenti sugli altri stabilimenti”, ha detto all’ADNKRONOS Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, secondo cui si tratta di ”una giornata importante”
”Marchionne ha confessato durante l’incontro di essere stato molto combattuto in questi giorni, di aver valutato e aver detto: ‘Io mi sento italiano a tutti gli effetti, un non accordo sarebbe un disastro per Pomigliano e per l’Italia intera’. Vuole il coinvolgimento dei lavoratori -ha sottolineato Palombella- ha voluto sapere se eravamo d’accordo a condividere un’avventura del genere”.
”Il Gruppo Fiat ha dato seguito alla firma dell’accordo anche per rispetto dei lavoratori della fabbrica di Pomigliano. La decisione a cui si e’ arrivati oggi e’ importante inoltre per la salvaguardia dell’occupazione nell’intera regione. A questo punto sara’ ancora piu’ necessario un forte senso di responsabilita’ da parte di tutti affinche’ non si verifichino rallentamenti nell’attuazione del progetto di Pomigliano e di conseguenza quello di Fabbrica Italiana”, ha affermato il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella.