ott 182013
 

Solo pochi anni orsono, molti lo negavano. Ancora più sottilmente si accusava la “scienza” di non essere d’accordo con se stessa e di non arrivare a conclusioni certe. Ora il quadro è cambiato perchè lo Iarc (agenzia internazionale di ricerca sul cancro) ha annunciato l’inserimento degli inquinanti atmosferici nel gruppo dei sicuri cancerogeni. Un potente cancerogeno soprattutto per ciò che riguarda la sua produzione attraverso il trasporto su strada, le emissioni da riscaldamento, l’industria. A corredo la EEA (Agenzia Europea per l’ambiente) nel suo rapporto 2013 sulla qualità dell’aria in Europa, afferma che circa il 90% delle persone che vivono in Europa è esposto a livelli di inquinamento atmosferico che l’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) ritiene certamente nocivi. In sostanza l’analisi di circa un migliaio di studi effettuati in ogni parte del mondo, ha correlato 223 mila morti con l’inquinamento atmosferico. “Classificare l’inquinamento dell’aria esterna come cancerogena per l’uomo è un passo in avanti importante- ha sottolineato Christopher Selvaggio, direttore dello Iarc- Ci sono modi efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico e, data l’entità della esposizione che colpisce persone in tutto il mondo, questa relazione deve inviare un segnale forte alla comunità internazionale che deve agire senza ulteriori ritardi”. Questo è quanto dovevo a tutti coloro che hanno in questi anni messo in dubbio le ragioni del nostro impegno

set 272013
 

In tempi di decadenza, il rapporto dell’IPCC ci consegna una annotazione di cui qualcuno non era ancora del tutto convinto: il riscaldamento climatico è una questione politica. Oltre 200 autori, 600 contributori e 1500 revisori ci consegnano prove documentali di come il global warming sia conseguenza delle attività dell’uomo. In termini si dice che è “estremamente probabile” mentre nei numeri si parla del 95-100% di probabilità, portando in maniera più dettagliata la conferma già emersa dal rapporto del 2007. Il tutto si potrà leggere nella versione presentata oggi denominata AR5, documento di una quarantina di pagine destinato principalmente proprio ai decisori politici che anticipa il raporto vero e proprio di più di 2000 pagine che sarà consultabile nei prossimi giorni anche in forma digitale sul ti dell’IPCC. In sostanza i dati fotografano un riscaldamento costante a livello di oceani e atmosfera con innalzamento del livello dei mari, aumento delle concentrazioni di gas serra e temperature medie. Cose già note, certamente, ma supportate da dati ormai che hanno la solidità dell’acciaio e che non possono essere più ignorate dalle agende politiche internazionali, ancora titubanti sulla responsabilità delle attività umane che hanno messo in scacco le ultime conferenze sul clima come l’ultima tenutasi a Doha. Nessun panico, a patto che finalmente le pagine che ci accingiamo a fare nostre porteranno ad un’altra consapevolezza. Politica.

set 042013
 

Ronald Coase è morte all’età di 102 anni. Chi si occupa di economia ambientale non può certamente dimenticare l’importanza dei suoi studi e soprattutto del suo teorema su cui si sono costruite molte delle basi dello stesso Protocollo di Kyoto, oltre alla comprensione dal lato economico di cosa comporti l’inquinamento e quindi tutte le cosiddette “esternalità” ambientali. Cosa dice il teorema di Coase? “Nella gestione dell’inquinamento e delle esternalità, le negoziazioni di mercato tra le parti fanno tendere verso un equilibrio socialmente ottimale a prescindere da chi possieda il diritto di proprietà”. Non sta a me, certamente, spiegare cosa stia dietro questa affermazione – che in realtà parla di diritti di assegnazione di diritti di proprietà, di equilibri ottimali, di forze di mercato e di interventi statali – ma mi è caro ricordare quando iniziai a interessarmi all’economia dell’ambiente e come questo semplice teorema mi fece entrare in un mondo diverso e più solido rispetto al semplice chiacchiericcio che anche oggi si fa sui temi ambientali, senza nessuna base veritiera e scientifica. Grazie Ronald e che ti sia lieve la terra…

ago 282013
 

Nel nord della Germania è stato inaugurato lunedì scorso il più grande impianto eolico off-shore del Paese. Con 80 turbine e situato ad un centinaio di chilometri dall’isola di Borkum, ha iniziato a fornire una potenza di 400 megawatts che, tradotti in maniera comprensibile, potranno alimentare circa 400 mila famiglie. Molto semplicemente, nel momento in cui i tedeschi decidono di “uscire” dal nucleare, fanno ciò che è necessario e cioè costruiscono centrali a basso impatto ambientale per recuperare l’energia che nel tempo verrà a mancare con la dismissione della fissione nucleare. Tutto qui.

lug 202013
 

L’Annuario dei Dati ambientali ISPRA 2012, presentato a Roma il 17 luglio scorso, raccoglie tutti i dati sullo stato dell’ambiente in Italia e si conferma punto di riferimento per decisori politici, ricercatori, detentori di interessi economici e cittadini. Il report, giunto alla sua undicesima edizione, viene proposto in molteplici versioni, per rispondere alle esigenze di un’utenza ampia e variegata. Oltre alla versione integrale, infatti, il report dell’Istituto è organizzato in “Tematiche in primo piano”, “Tematiche in primo piano light”, “Annuario in cifre”, “Database”, “Multimediale” e “Fumetto”, destinato a un pubblico giovane di non esperti.

Qui il link per scaricare il rapporto nelle diverse versioni

lug 082013
 

Un messaggio molto chiaro quello lanciato dalla direttrice dell’International Energy Agency oggi a Roma: nel 2016 a livello mondiale le fonti rinnovabili supereranno il gas e diventeranno la seconda fonte di produzione di energia elettrica dopo il carbone. In sostanza – afferma la direttrice Maria van der Hoeven – nel 2018 le fonti rinnovabili arriveranno a produrre circa il 25% dell’elettricità. Il quadro d’insieme viene completato dai dati del rapporto redatto dallo stesso IEA secondo cui le rinnovabili risultano ad oggi già competitive nelle aree in cui è possibile sfruttarle in maniera intensiva, con l’eolico che si affianca agli impianti a carbone o gas soprattutto in Australia e Nuova Zelanda e il fotovoltaico già vincente in Spagna, Italia, Germania meridionale, Danimarca. Un capitolo di approfondimento riguarda il nostro Paese dove le rinnovabili nel 2012 hanno coperto il 31% della produzione di energia elettrica lorda. Le conclusioni più “politiche” sono ancora più stringenti: lo sfruttamento delle nuove filiere energetiche rinnovabili saranno determinanti per i Paesi già industrializzati e non cogliere l’occasione significherà uscire dal mercato energetico a favore dei PAesi di più recente industrializzazione. E più della metà della crescita del mercato delle rinnovabili nei prossimi 5 anni si giocherà nell’area non Ocse.

giu 252013
 

“Dobbiamo agire. Come Presidente, come padre e come americano, sono qui per dirvi che dobbiamo agire”. Così Barack Obama riscrive la sua agenda verde e lancia la sua battaglia contro il cambiamento climatico nel suo molto atteso discorso alla Georgetown University. E non ha deluso, non si è sottratto a prese di posizione puntuali come quella riguardante la costruzione dell’oleodotto di Keystone che ha allertato gli ambientalisti americani. Proprio su questo punto ha rimarcato un punto fondamentale per capire la nuova strategia dell’amministrazione Usa ed un cambio di passo che potrebbe segnare davvero la differenza su cui misurare le politiche dei governi. “Gli interessi nazionali – ha detto il Presidente Usa – saranno serviti se questo progetto non esaspererà gli effetti dell’inquinamento da carbonio. Gli effetti negativi non possono prevalere. Non ci possono essere ulteriori effetti negativi sul cambiamento climatico, quindi faremo una valutazione necessaria per capire se andare avanti con la costruzione”. Un’affermazione davvero pesante: la protezione ambientale è interesse nazionale. Così come la green economy diventa una sorta di spina dorsale della futura crescita economica americana senza irrealistici furori ideologici: “L’economia verde può essere il motore per i prossimi decenni e voglio che costruiamo quel futuro. È il nostro compito. Questo non vuol dire che improvvisamente smetteremo di produrre carburanti fossili, un periodo di transizione richiede tempo, ma chi dice che questo danneggerà i rifornimenti energetici, mente”. Per non dare l’idea di una semplice enunciazione, Obama ha annunciato che il piano prevede 8 miliardi di dollari in garanzie per prestiti per investimenti su tecnologie che impediscano il rilascio di biossido di carbonio, fissando parametri di riduzione pari a più del 50% dell’inquinamento annuale da carbone del settore energetico statunitense. Oltre ad un secco mandato all’EPA (Environmental Protection Agency) per la compilazione di azioni contro le emissioni climateranti di CO2 entro giugno 2014.

Qui la bella infografica della Casa Bianca sul piano di Obama

giu 242013
 

Da segnalare due interessanti articoli sulla costituenda formazione “Green Italia” – che si riunirà il prossimo 28 giugno a Roma – con i contributi di Della Seta- Ferrante e Beppe Gamba di cui riprendo un inciso significativo 

Quello che stiamo proponendo non è una nuova “formula” dei Verdi: io sono convinto che, purtroppo, in Italia, i Verdi Italiani e gli ambientalisti – a torto o a ragione – abbiano dato di sé l’idea di quelli che non fanno fare le cose. Noi ci proponiamo, al contrario, di “fare le cose” giuste, “fare le cose” dello sviluppo sostenibile. E fare le cose vuol dire anche che le ferrovie si debbano costruire, se necessarie, che gli impianti per il trattamento dei rifiuti sorgano sul territorio, se c’è bisogno, che gli impianti di produzione delle energie rinnovabili vadano realizzati. Certo, bisogna rispettare le regole, prima di procedere, occorre la valutazione di impatto ambientale: non è che ogni volta, un amministratore è costretto a correre dietro a un comitato Nimby locale! Perché altrimenti, torneremmo al passato. I Verdi italiani e una parte del nostro ambientalismo (a differenza di quanto accade in Europa) hanno finito con l’incarnare solo il “no”: al cambiamento e a un modello diverso di politica ambientale.

giu 232013
 

Barack Obama riparte all’assalto contro il Global Warming – riscaldamento climatico – ed annuncia un “Piano Nazionale” che verrà presentato martedì 25 giugno alla Georgetown University. Poche le indiscrezioni sul contenuto del piano eccettuata quella riportata dal Wall Street Journal secondo il quale il piano prevede una regolamentazione delle emissioni delle centrali elettriche con forti riduzioni da parte soprattutto delle centrali a carbone. Ma dalle parole del Presidente Usa, oltre alla volontà di rispettare gli impegni internazionali presi per la riduzione del 17% delle emissioni di gas climalteranti rispetto ai livelli del 2005, traspare la convinzione che la green economy possa contribuire in maniera strategica al consolidamento dei fondamentali di produzione economici del gigante  americano. «Abbiamo bisogno di scienziati che mettano a punto nuovi combustibili; abbiamo bisogno di ingegneri che individuino nuove fonti energetiche e di aziende che le producano e le vendano; abbiamo bisogno di lavoratori che gettino le basi per un’economia ‘pulita’. Abbiamo bisogno di tutti, ognuno deve fare la propria parte per preservare quello che Dio ha creato per le future generazioni» ha dichiarato Obama. Il cambiamento climatico è per l’amministrazione americana non solo una sfida seria, ma l’opportunità per un nuovo paradigma economico

giu 202013
 

Domenica 16 giugno, tra le 14 e le 15, il prezzo di acquisto dell’energia elettrica in Italia è sceso a zero contemporaneamente su tutto il territorio nazionale. Cosa significa? Significa che in quelle 2 ore per la prima volta in Italia le fonti di energia rinnovabile hanno prodotto l’intero fabbisogno di elettricità. Qui sul sito di Qualenergia.it per capirne di più