giu 092013
 

Da qualche mese in Francia si discute dell’introduzione della fiscalità ecologica all’interno della legge finanziaria del 2014. Nello specifico si è arrivati alla proposizione di un testo a firma del Presidente della Commissione sulle Sviluppo Sostenibile che include ipotesi riguardanti i carburanti maggiormente inquinanti, il consumo di carbone, derivati dallo scisto e via discorrendo. Il documento auspica che la nuova fiscalità ecologica, caratterizzata da stabilità, chiarezza e previdibilità, permetta il finanziamento della cosiddetta “transizione ecologica” e di modificare i comportamenti dei diversi agenti economici attraverso una serie di strumenti economici. La messa in opera di questo strumentario fiscale prevede una tempistica che supera l’attuale quinquennio legislativo e impegni in maniera costante la Francia al di là degli eventuali cambi di maggioranze al governo. Tale chiarezza d’intenti è energicamente affermata dall’attuale Ministro per l’Ecologia Delphine Batho che ha affermato “la volontà di mettere in piedi una fiscalità ecologica che incentivi la transizione ecologica e non aumenti la pressione fiscale”

giu 062013
 

Nasce ECOGREEN, per ora un non-partito ma un’iniziativa “liquida” che parte dall’ambiente ma non finisce nell’ambientalismo. Prima della presentazione pubblica, che avverrà il 28 giugno prossimo al Maxxi di Roma, Roberto della Seta ex senatore del Pd si incarica di darci qualche coordinata dalle pagine del Manifesto di oggi, e spiegando quella che lui definisce “un’impresa politica” fatta di cinque parole chiave: crisi, green, glocal, patria, ottimismo. ”Noi” – spiega Della Seta “abbiamo capito che c’è una domanda di rappresentanza a cui non rispondono nè la politica tradizionale nè i verdi italiani, che non sono stati in grado di svolgere il ruolo che i verdi in Europa svolgono”, per cui la conseguenza è appunto la nascita di una nuova aggregazione al momento fondata da personalità provenienti prevalentemente dal mondo ambientalista, ma oggi fuori dal Parlamento. Auguri!

Qui l’appello sul sito di Ecogreen

mag 292013
 

Confindustria costituisce una Task Force sull’efficienza energetica e pubblica un interessante rapporto riguardo alla valutazione dei risparmi energetici conseguibili e ponendo in evidenza le tecnologie disponibili con un’analisi costo/beneficio in grado di individuare potenziali risparmi evitando oneri addizionali alle imprese. Un importante sottolineatura riguarda la possibile riduzione della dipendenza esterna da fonti energetiche primarie caratterizzate da forti instabilità di costo e da pericolose disponibilità di approvvigionamento energetico, oltre al miglioramento dell’impatto ambientale ottenibile senza una diminuzione degli standard di vita ma, al contrario, rendendoli possibili ad una platea più ampia di persone in maniera sostenibile.

Qui il link per accedere al rapporto

apr 042013
 

Il riscaldamento globale sta provocando un fenomeno paradossale come riportato da uno studio pubblicato da “Nature Geoscience” e segnalato da “Le Scienze“. Mentre al Polo Nord (artico) i ghiacci si stanno sciogliendo, nel Polo Sud (antartico) si sta espandendo l’area coperta dai ghiacci, con un’estensione record raggiunta nel 2010. Il fenomeno troverebbe spiegazione nel fatto che il ghiaccio che si scioglie in antartide è soprattutto composto da acqua dolce, più leggera, che rimane sullo strato superficiale e forma uno strato isolante e che riesce a congelae meglio. Considerando il fenomeno ci si aspetta che il fenomeno possa rallentare l’innalzamento del livello dei mari così come previsto dagli attuali modelli climatici

mar 282013
 

In linea con le esperienze più avanzate che stanno prendendo forma in tutto il mondo, nel dicembre 2010 Cnel e Istat si sono impegnati a mettere a disposizione della collettività uno strumento capace di individuare gli elementi fondanti del benessere in Italia e nei suoi molteplici territori.
Per raggiungere questo risultato sono stati coinvolti non solo alcuni tra i maggiori esperti dei diversi aspetti che contribuiscono al benessere (salute, ambiente, lavoro, condizioni economiche, ecc.), ma anche la società italiana, attraverso spazi di confronto e deliberazione cui hanno partecipato migliaia di cittadini e incontri con le istituzioni, le parti sociali, il mondo dell’associazionismo. Il risultato è sintetizzato in questo volume, realizzato con un linguaggio accessibile anche ai non esperti, mentre tutte le informazioni statistiche e metodologiche elaborate nel corso del progetto sono disponibili sul sito www.misuredelbenessere.it. La solidità scientifica e la legittimazione democratica del percorso seguito consentono di dire che, da oggi, il nostro Paese è dotato di uno strumento tra i più avanzati al mondo per monitorare le condizioni economiche, sociali e ambientali in cui viviamo, informare i cittadini e indirizzare le decisioni politiche. La riflessione su quali siano le dimensioni del benessere e su come misurarle è, infatti, una riflessione su quali siano i fenomeni che è necessario prendere in considerazione per migliorare il nostro Paese, su come definire obiettivi di breve e lungo periodo e su come valutare i risultati dell’azione pubblica. In questo senso, gli indicatori del Bes aspirano a divenire una sorta di “Costituzione statistica”, cioè un riferimento costante e condiviso dalla società italiana in grado di segnare la direzione del progresso che la medesima società vorrebbe realizzare.
A partire da tale quadro condiviso, molte sarebbero le attività che politica, parti sociali e istituti di ricerca potrebbero intraprendere. Il nostro auspicio è che il Rapporto sul Bes sia oggetto di campagne informative nell’ambito degli spazi dedicati all’informazione istituzionale e che venga dibattuto nelle più alte sedi istituzionali, tra cui il Parlamento appena costituito e le sue commissioni parlamentari. Così come avviene in alcuni paesi, le relazioni di accompagnamento alle nuove leggi potrebbero cercare di valutare l’impatto di queste ultime sui diversi domini del Bes.

Scarica il Rapporto bes in pdf

mar 072013
 

Mentre Roma si accartoccia su se stessa con le note difficoltà nel trovare una maggioranza di Governo, in Piemonte sembra sceso un velo mediaticamente nebbioso su problemi che il centrodestra governante sta disattendendo, quando non li complica. Oggi, cinghiali radioattivi e tagli di posti letto negli ospedali ci indicano come i problemi ambientali e del welfare rimangano sempre in testa nei “cahiers de doléances” che non trovano grandi risposte nell’attuale dibattito politico. I fatti sono semplici: tracce di Cesio 137 oltre i limiti tollerabili in caso di disastro nucleare sono stati rinvenuti in controlli su cinghiali nel vercellese e presentazione in Commissione Sanità regionale della riduzione da 18 mila a 16.300 di posti letto della rete ospedaliera piemontese. Nel primo caso, escludendo incidenti nucleari non conosciuti, rimane sospetta l’area di rilevamento coincidente con la zona di Trino vercellese dove è in corso lo smantellamento della centrale Enrico Fermi che ha concluso la sua attività nel marzo 1987. Le rilevazioni sono state comunicate dallo stesso Ministero della Salute. Certamente la notizia rappresenta uno stimolo all’approfondimento del contesto ambientale in cui vivono queste specie che rappresentano delle vere e proprie “sentinelle” sulla stato di inquinamento dei territori. Una prima riunione di coordinamento degli accertamenti è già stata indetta per l’8 marzo e servirà a comprendere cosa stia effettivamente accadendo ed escludere altre cause, da residui di Cernobyl a traffici illeciti di materiale nucleare sul nostro territorio. E una brutta sorpresa si sta preparando ai pazienti piemontesi con un taglio lineare dei posti letto proposto in Commissione regionale secondo gli standard prescritti dal governo tecnico che  prevede la discesa a 3 posti letto disponibili per le malattie acute e 0.7 nei non acuti ogni mille abitanti. Ottimizzazione, quindi, che nasconde un vero e proprio razionamento con riflessi immediatamente comprensibili soprattutto per tutti coloro che non troveranno strutture pubbliche in grado di fornire una risposta sanitaria adeguata.
Sistema sanitario pubblico e diritto alla salute sotto attacco in nome di un razionamento di marca economica davvero cieco e indifferente alla salvaguardia di un sistema che è fra gli indici di civiltà di un Paese.

Nella sbornia quindi di grandi manovre nazionali, continuano a non essere adeguatamente  governati problemi ambientali e di welfare molto più vicini ai cittadini e che rappresentano la vera agenda politica nazionale.

feb 072013
 

Nuove evidenze scientifiche hanno correlato la presenza di smog con il basso peso alla nascita. Attraverso uno studio internazionale, davvero considerevole per l’estensione della popolazione esaminata, pubblicato su “Environmental Health Perspectives” dal titolo “Particulate matter exposure during pregnancy is associated with birth weight, but not gestational age, 1962-1992: a cohort study”, all’aumento dei valori di inquinamento si assisterebbe ad un maggior rischio di nascite con basso peso statisticamente significativo. Il basso peso alla nascita, detto in termini semplici, è da tempo collegato ad anomalie del successivo sviluppo del bambino oltre ad un aumentato rischio di morte in giovane età e aumento delle malattie croniche. Lo studio prende in considerazione l’inquinamento da polveri sottili proveniente da scarichi di autoveicoli, industrie e centrali a carbone, soprattutto confrontando il famigerato particolato Pm10 e Pm 2.5 segnalando i diversi scostamenti di impatto sulla salute con intervalli di aumento di 10 microgrammi alla volta. Lo studio è stato compiuto su oltre 3 milioni di bambini di 14 siti tra Gran Bretagna, Asia, Continente americano e Australia.  Prendere in considerazione le sempre maggiori evidenze scientifiche da parte delle popolazioni sugli impatti di salute è, oggi, ancora più importante nel nostro Paese dove tale discussione sembra arenarsi solo sull’impatto economico della chiusura di porzioni del territorio sulle attività commerciali o sulla necessità di cambiare l’auto. L’arma del voto dovrebbe essere puntata sempre più sulla politica che continua a deviare o ignorare questi dati, anche in considerazione degli impatti sulle risorse sanitarie che saranno inevitabilmente spese nei prossimi anni per correre ai ripari su guai che potevamo evitare prima. Con un pizzico di maggiore buona volontà e sana informazione

gen 152013
 

Nei giorni in cui il Consiglio comunale di Torino costringe la Giunta a fare retromarcia sulle limitazioni alla circolazione dei diesel euro-3, Tallin – capitale dell’Estonia – rende gratuiti dal 1 gennaio i trasporti sui mezzi pubblici. Pur essendo coscienti delle diversità di cultura, numero di abitanti e quant’altro tra le due città, ciò che ci preme sottolineare sono le direzioni diverse che le politiche ambientali delle due aree stanno prendendo. Sono patrimonio comune delle sperimentazioni già adottate negli anni precedenti – e che continuano ad essere completamente rimosse – che la questione “smog” ci giochi nell’immediato sul fronte dei trasporti: la quota preponderante di inquinamento deriva dal traffico automobilistico. Bisogna quindi togliere dalla strada quante più automobili possibile. E se le automobili servono a permettere alle persone di spostarsi tra due luoghi diversi – che è davvero un diritto da tutelare – bisogna farcele andare in altro modo. Ad esempio tramite mezzi pubblici che siano economicamente convenienti. Non solo. Dal momento che la gran massa degli spostamenti avviene per motivi lavorativi, per la maggior parte fissi, bisognerebbe cercare di incentivare almeno questi. Tenendo conto che il biglietto del bus che il cittadino paga copre più o meno il 30% dei costi totali, non credo sia così difficile pensare a politiche complementari che riescano a coprire tale costo (senza ricordare che in un passato ormai lontano qualche tentativo in tal senso si era compiuto). Anche perchè a Tallin, nella prima settimana di bus libero, si è registrato un calo del 15% di intensità del traffico rispetto ai mesi di novembre e dicembre con un aumento del 7% dell’uso del trasporto pubblico. Giusto per capire che invece di limitare per poche ore una fetta di territorio ridicola rispetto a quella di altre città italiane e farsi tritare politicamente dalle proprie stesse maggioranze politiche, bisognerebbe non aderire alla filosofia di vendere le aziende pubbliche di trasporto ma di pensarle come pubbliche e beni comuni. Prima di limitare, inoltre, bisogna rendere possibile in altro modo quello che si vuole vietare: spostarsi in maniera sostenibile.

gen 122013
 

Questa volta è davvero emergenza smog, a Pechino. I valori fatti registrare dalle centraline che misurano le polveri sottili (Pm 2,5) sono veramente percolosi attestandosi a circa 700 microgrammi per metro cubo. Tale valore è circa 14 volte superiore a quello considerato pericoloso per la salute umana e le autorità di Pechino hanno invitato la cittadinanza a restare a casa. La coltre fumogena pare stia provocando difficoltà anche alla circolazione stradale. Il futuro ci attende…

nov 292012
 

Questa sera ho visto un pezzo di grande politica, quella vera per cui vale la pena perdere tempo, discutere, anche dividersi. E’ stato il momento in cui il Ministro Corrado Clini è intervenuto (bene) alla trasmissione di Michele Santoro sul caso dell’Ilva. Dentro c’era tutto: un tema drammatico e serio, la tensione del confronto con le persone colpite da mali sottili, la serietà dei dati e del metodo scientifico, il rendere conto della complessità degli argomenti, lo scontro di poteri dello Stato. Ognuno può pensarla come vuole ed è legittimato a farlo, ma questa è l’unica strada per venire a capo dei problemi veri. L’Ilva di Taranto, lo smantellamento del sistema sanitario, la difficoltà di armonizzare diversi poteri dello Stato che non devono prevalere l’uno sull’altro sono temi seri che mettono a nudo la capacità e la preparazione delle persone. E’ grande politica che riesce ad annichilire i piccoli politici impreparati facendoli sbiadire nella loro povertà di mezzi intellettuali e conoscitivi. Una società complessa – con problemi complessi – come la nostra merita davvero altra serietà, altri politici veri che non ripetono sciocchezze sulla rottamazione, sul nuovo, sul vecchio. Regaliamo loro non gli scranni decisionali, ma le semplici parole di Antonio Gramsci: studiate, studiate, studiate…