mar 212014
 

alenia

Per capire che Europa vogliamo, oggi bisognava essere a Torino. In pochi hanno rilanciato la presentazione del prototipo messo a punto da Thales Alenia Space per conto dell’Agenzia Spaziale Europea, eppure è proprio questa la nostra europa possibile. Un progetto da 160 milioni di Euro di lavoro buono e non delocalizzabile, in collaborazione con altre 40 imprese continentali, con Torino al centro dell’intelligenza scientifica del futuro. Una cosetta che supera le concezioni americane tipo Shuttle e Apollo o russe tipo Soyuz sui viaggi spaziali. Insomma competizione mondiale, intelligenza del futuro, tecnologia d’avanguardia con ricadute prossime industriali, merito scientifico che viene premiato dopo anni di dura preparazione, giovani di talento insieme all’esperienza di chi ha visto nascere il sogno di Kennedy. Ecco l’Europa che vorrei votare e che mi rappresenta…

mar 152014
 

Scientist performing experiment

Le Scienze online riprende la notizia di 15 giovani ricercatori calabresi che hanno partecipato al bando per Ricerca Finalizzata 2011-2012, i cui risultati sono stati pubblicati dal Ministero della salute nei primi giorni di febbraio 2014. Nessuno di loro, però, è risultato vincitore. Il problema è che successivamente si è venuto a sapere che lo stesso Ministero non ha mai ricevuto i loro progetti in quanto il funzionario preposto della Regione Calabria non ha nella sostanza trasmesso la documentazione. Più precisamente  si era ridotto all’ultimo giorno utile e proprio quel giorno, ha dichiarato, c’era stato un problema di rete nella sede regionale. Anche se successivamente è stato dimostrato che in quella giornata non si era verificato nessun guasto sulla rete.  I commenti sono superflui

mar 122014
 

FRANCE-UE-PARLIAMENT

Per chi pensava che solo in Italia esista un problema di “quote rosa”, ieri il Parlamento Europeo è riuscito a bocciare una relazione non vincolante proposta da una parlamentare della sinistra unitaria europea (GUE) che conteneva tra le altre cose agli Stati in cui la rappresentanza politica femminile è esigua, di elaborare una legislazione in difesa dei diritti delle donne. A votare a favore sono stati i gruppi della Sinistra Europea e dei Socialisti & Democratici, mentre la maggioranza uscita vincente era costituita da Partito Popolare,  Conservatori e gruppo dell’Europa della Libertà. Veramente stupefacente è stato l’atteggiamento dei Verdi e dei Liberaldemocratici (Alde) che, astenendosi, hanno di fatto permesso la bocciatura del provvedimento per soli 9 voti. Da tenere presente per le prossime elezioni europee.

mar 122014
 

europee infografica

Le elezioni europee del 2014 saranno le più importanti di sempre. Infatti, dopo il Trattato di Lisbona del 2009, Il Parlamento europeo avrà nuovi poteri come ad esempio quello di eleggere il Presidente della Commissione Europea e quindi gli elettori degli Stati membri decideranno con il proprio voto chi sarà alla guida dell’esecutivo dell’Unione Europea.

Una delle principali novità introdotte dal trattato consiste nel fatto che, quando gli Stati Membri dell’UE nomineranno il candidato a presidente della Commissione europea, che succederà a José Manuel Barroso nell’autunno 2014, per la prima volta dovranno tenere conto dei risultati delle elezioni europee. Il nuovo Parlamento dovrà poi, riprendendo le parole del trattato, “eleggere” il presidente della Commissione. Ciò significa che gli elettori avranno voce in capitolo su chi subentrerà alla guida dell’esecutivo dell’UE.

La nuova maggioranza politica che emergerà dalle elezioni, inoltre, contribuirà a formulare la legislazione europea per i prossimi cinque anni in settori che spaziano dal mercato unico alle libertà civili. Il Parlamento, unica istituzione europea eletta a suffragio diretto, è oggi uno dei cardini del sistema decisionale europeo e contribuisce all’elaborazione di quasi tutte le leggi dell’UE in parità con i governi nazionali.

mar 072014
 

legge parità

In Francia si stanno dotando di una bella legge sulla parità dei sessi che arriverà alla lettura definitiva in Senato nella prossima primavera, dopo la prima approvazione a gennaio in assemblea Nazionale. Il progetto è all’attenzione anche della stampa internazionale, meritandosi una buona recensione anche del New York Times in un editoriale di fine gennaio. Farne una sintesi credo possa configurarsi come un offensivo tentativo di intervenire sull’intelligenza del lettore e quindi ne rilancio il testo originale qui, dichiarandomi sinceramente d’accordo con il legislatore francese.

Qui il link sul testo della legge francese

feb 232014
 

lancet

Se uno Stato va in bancarotta come sarà la salute dei suoi cittadini? E se rifiuta i diktat dei creditori internazionali sui tagli del servizio sanitario cambierà qualcosa? La risposta ci arriva da uno studio pubblicato a febbraio sulla forse più prestigiosa al mondo rivista medico-scientifica “Lancet” compilato da ricercatori delle università inglesi di Cambridge ed Oxford. Mentre la risposta alla prima domanda appare più prevedibile, la seconda è tutt’altro che scontata. Ma andiamo per ordine.

I ricercatori hanno preso in considerazione i dati provenienti dalla Grecia di cui tutti conosciamo la parabola economica recente e che certamente non può pensarsi come culturalmente diversa dalla Francia o dalla Germania. I risultati sono stati davvero al di là delle attese: la mortalità infantile è raddoppiata con un aumento dei bambini sottopeso alla nascita di quasi il 20%, cifra pari a quella dei bambini nati morti. La situazione è così grave  per le persone affette da malattie croniche gravi come ad esempio il diabete che spendono tutte le loro risorse solo per comprare cibo oppure l’insulina per sopravvivere. Il taglio delle forniture di siringhe monouso ha poi fatto impennare le infezioni da AIDS da 15 a quasi 500 in tre anni.

Ma se in Grecia questa è la situazione imposta dalla Troika europea che ha obbligato al dimezzamento del bilancio del Servizio Sanitario, i ricercatori britannici hanno scovato un vero e proprio caso “di scuola” dove le cose sono andate diversamente grazie alle decisioni politiche prese in controtendenza, o meglio in speculare contrasto rispetto alla Banca Centrale Europea o al Fondo Monetario. Infatti ci eravamo dimenticati della feroce crisi economico-finanziaria che qualche anno orsono aveva colpito l’Islanda, che invece aveva duramente respinto le misure dettate dai creditori internazionali e dal fondo monetario – pur ricordando che Rejkyavik non fa parte dell’Unione Europea. Gl islandesi,, così come i finlandesi, attraverso un durissimo ma solidaristico piano di sacrifici scelti attraverso la condivisione popolare ma soprattutto concentrando i tagli in altri settori , hanno compensato gli effetti nocivi della crisi sulla salute delle loro popolazioni, non  facendo registrare particolari scostamenti sulla mortalità infantile e altri parametri riferiti alle patologie più gravi.

Qui puoi scaricare l’articolo di Lancet