Pur dettata dalla paura, la retromarcia del Governo sul nucleare segnala che sta cambiando il senso comune sull’energia nucleare e sull’ambiente in generale. La paura di perdere le elezioni e di far passare i referendum, certamente, sul cui altare l’energia nucleare vale meno delle beghe del Presidente del Consiglio in funzione giudiziaria e comunque con un emendamento abbastanza confuso, tale da poter essere modificato quando finirà la buriana. Ma il cambio di sensibilità esiste  ed è stato più forte delle paure, delle promesse sul governo del fare che aveva affascinato schiere di nuclearisti convinti. La pietra ce l’ha messa sopra, a dire il vero, Giulio Tremonti, quando ha comunicato al popolo che i conti, quelli nucleari, non erano così convenienti per lo Stato come si pensava. Con una puntualizzazione che non farà che piacere a noi, che negli anni abbiamo sempre posto l’accento su una considerazione di politica economica precisa: esistono anche le cosiddette “esternalità” economiche, che in questo caso sono rappresentate appunto dai costi della dismissione di questo tipo di centrali, oggi già in parte caricati sulla bolletta energetica degli italiani come CIP6.

Il lavoro che adesso ci attende è sicuramente diverso, ma forse più consono alle nostre forze: passare dalla negazione del nucleare alla costruzione di un’altra civiltà energetica, dal “non farlo” a “fai le cose giuste”. Ecco il compito che forse riuscirà a chiudere un’epoca dell’ambientalismo per passare all’ecologia politica ed economica che necessita di costruire nuove scelte, convincere sull’utilità anche economica del rinnovabile, investire sulla ricerca. Un passo avanti quindi, su cui continuare a vigilare, ma che ci porta ad un altro livello del progresso ecologico, a battaglie che avremmo voluto combattere già diversi anni fa. Non abbassiamo la guardia, quindi, e sosteniamo Piemonte Europa Ecologia alle prossime amministrative per Torino 2011