Forse non a tutti è chiaro perchè categorie come quelle dei medici sono in rivolta per la questione dei riscatti degli anni di studio. Nella nostra professione si entra normalmente al lavoro dopo 6 anni di laurea e 5 o 4 di specializzazione, anche se in realtà si entra molto dopo per i vari blocchi di concorsi e via discorrendo. Per riequilibrare le differenze verso altre professioni, spesso anche più remunerate, è possibile pagare somme generalmente elevate all’Inpdap per calcolare questi anni che quindi non sono regalate, ma semplicemente pagate per andare in pensione in linea con altri il cui impegno di studio prima di esercitare la professione è, quasi sempre, nemmeno la metà. Da domani questo sparirebbe con un tocco magico e d’altra parte non si comprende bene la fine dei soldi versati. La beffa finale è che i medici, soprattutto gli ospedalieri,sono dipendenti della pubblica amministrazione per cui non è stato abolito il prelievo di solidarietà che è sempre in vigore per i dipendenti pubblici – anche se molto spesso i medici non raggiungono i famosi 90 mila € di reddito. Personalmente mi chiedo come mai queste porcate si verificano sempre quando al Governo c’è Calderoli, il leghista del porcellum…
Dorino Piras
La Salute, l'Ambiente, il Lavoro
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Sia detto con tutto il rispetto, da Romano Prodi ci si sarebbe atteso un commento sulla questione della riforma dell’art 81 della Costituzione di maggiore profondità e spessore. Sostenere che ci sono momenti in cui può essere utile esporre un bilancio in disavanzo significa – ci perdoni il presidente Prodi – scoprire l’acqua calda. Non a caso, tutti i casi di costituzionalizzazione del vincolo del pareggio di bilancio non mancano di prevedere margini di flessibilità intesi proprio a tenere conto delle circostanze. Lo fa la recente modifica costituzionale tedesca. Lo fa la mia proposta di legge costituzionale. Lo farà, mi auguro, la proposta del Governo. Rimanendo alla mia proposta, il vincolo del bilancio in pareggio è definito – tanto per cominciare – in termini che la Commissione Europea definisce “strutturali”. (altro…)
Montezemolo ed il Terzo polo di Casini-Fini-Rutelli sarebbero due cose diverse secondo Andrea Romano, direttore di Italia Futura e collaboratore di Luca Cordero di Montezemolo. “Noi con il Terzo polo non abbiamo nulla a che fare: con tutto il rispetto, facciamo un lavoro diverso, e non abbiamo mai partecipato ai loro vertici. Associare la nostra realtà con quela di Casini e Fini in questa fase è come mettere insieme l’acqua con l’olio: elementi diversi, impossibile amalgamarli.” Romano non risparmia nemmeno il Pd: “Il Cavaliere è in difficoltà, e proprio per questo mi colpisce in questa fase il silenzio dei riformisti del Pd”. Maggiori dettagli qui
Ho visto per caso una dichiarazione di Montezemolo, che condivido pienamente: ”Sono ricco e pago volentieri più tasse, per una ragione di equità e solidarietà. E soprattutto per una vera lotta alla grande evasione fiscale. In cambio chiedo allo stato di ridurre il suo perimetro d’azione e di essere più efficiente”
Con un post su Facebook, la celebre rockstar annuncia di essere d’accordo con la proposta avanzata da Luca Cordero di Montezemolo: «Meglio varare un vero contributo di solidarietà da chi se lo può davvero permettere, un’imposta una tantum sui patrimoni superiori ai 5 o ai 10 milioni di euro, andando a colpire in questo modo anche gli evasori». (Via Italia Futura)
Leggo dapprima (su Lo Spiffero) che Fassino si porterà dietro in Comune un addetto stampa che costerà quasi 1 milione di Euro in 5 anni. Poi su faccialibro (sarebbe Facebook, ma provo a fare a meno degli anglismi) commenti soddisfatti sull’accordo tra Comune e Regione per non aumentare il costo dell’abbonamento ai mezzi pubblici agli studenti. Ci mancherebbe altro! Il problema, lo ammetto molto personale, è che non capisco che diavolo ho votato alle ultime amministrative. O perlomeno sono sempre più convinto che mettere e riempire le caselline “destra – sinistra” non abbia più alcun senso. (altro…)
L’altra sera discutevamo sulle politiche antinquinamento. Andando avanti nella discussione continuavo a rendermi conto della poco corretta informazione che esiste ancora sull’argomento e quindi sulle difficoltà che incontrano, anche a livello di comprensione, le politiche ambientali. Un fatto, però, ha sorprendentemente cambiato la discussione e ricondotta nei termini corretti comprensibili a tutti. Il fatto è semplice: il carbonio (e quindi semplificando i suoi composti) rimane a lungo nell’atmosfera: praticamente quasi cento anni, e si accumula. (altro…)
Perchè “destrutturare” la politica? Cosa significa veramente uscire dallo schema destra/sinistra e parlare di post-ideologia? Una risposta semplice ed apparentemente ingenua è quella che ci ricorda come l’attuale “politica” non riesca più a leggere la realtà nè a modificarla in meglio, cose che dovrebbero essere alla base della sua stessa natura. ad esempio basta pensare a cosa succede nella realtà fisica che viviamo. (altro…)
di Alessio Vianello, portavoce di Verso Nord
Un anno fa, il manifesto di Verso Nord è nato sull’emozione di una domanda chiara e semplice: l’Italia è ancora un paese dove poter immaginare il futuro dei nostri figli? Un’anno dopo, constatiamo che l’analisi fatta allora è confermata drammaticamente in questi giorni e che una risposta positiva ancora non ci può essere. (altro…)
Cosa ne pensa il Governo della Regione Piemonte sui ticket sanitari? La domanda non è oziosa, perchè in realtà la norma ormai in via di approvazione sull’imposizione di contributi alle prestazioni sanitarie lascia la possibilità alle Regioni di far pagare il ticket intero, di distribuirlo in diversi miniticket o di non farlo pagare recuperando risorse da altri capitoli. L’Importante per il Governo Bossi-Berlusconi è che le Regioni si accollino la spesa sanitaria scaricando lo Stato: forse un nuovo modo di intendere il federalismo fiscale. Per ciò che attiene il Piemonte il ticket sulle visite specialistiche vale circa 29 milioni di Euro come ci informa il Sole24Ore e su queste cifre bisognerà ragionare in Piazza Castello. Nulla però ci è pervenuto sulla volontà del Governo Regionale del Piemonte in merito. Una decisione che può nascondere una partita più articolata e che tocca il nodo della sanità privata. Sono diverse, infatti, le considerazioni che giungono da diverse parti sull’eventuale regalo che questa norma potrebbe fare ad una strisciante privatizzazione sanitaria. Se la norma non verrà congegnata in modo perfetto, si potrebbe verificare il caso che il superticket si assommi alla franchigia e quindi si potrebbe arrivare ad evitarlo pagando solo la franchigia al privato ed eseguendo esami e valutazioni specialistiche nel privato. Senza nessun livore “pubblicistico” balzerebbe comunque immediato all’occhio una distorsione del “mercato” sanitario a mio avviso insostenibile e soprattutto svantaggioso per chi non possiede redditi “forti”. La risposta sulla volontà di normare in Piemonte questa nuova tassazione non è quindi “neutra”, ma potrà farci capire quali siano le linee guida del Governo verde-blu sulla salvaguardia delle prestazioni pubbliche e quali idee esistono in merito al rapporto pubblico-privato in sanità