Dorino Piras

La Salute, l'Ambiente, il Lavoro

Luca Sofri e il mondo salvato dai giornalisti

Un interessante spunto dall’intervento di Luca Sofri al all’International Journalism Festival di Perugia dello scorso 28 aprile

Il futuro è un continuo periodo di transizione, come lo è il presente: non stiamo aspettando che le cose si consolidino, che nuove regole siano codificate, che arrivino le idee che sostituiscono quelle con cui abbiamo fatto i giornali fino a ieri. No. Siamo già dentro alle cose come saranno: saranno tante, diverse, e conviveranno insieme e noi le useremo tutte. Quello che dovremo essere capaci di fare è riconoscerle, distinguerle, capire quali sono vere e quali false, quali durano un giorno e quali cambiano il mondo, quali sono fesserie più o meno curiose e divertenti e quali aiutano a capire la realtà, quali sono scritte per farcela capire e quali per guadagnare dei soldi. Ammesso che vogliamo continuare a capire il mondo e i suoi funzionamenti presenti e futuri.

(Luca Sofri) Continua a leggere il testo completo sul blog Che Futuro

Benvenuto a “Post”. L’editoriale di Luca Sofri

Oggi va online il Post. In questi due anni (quasi) ho spiegato e raccontato decine di volte quel che pensavo sarebbe diventato: e ogni volta in modo diverso, man mano che me lo figuravo meglio e che il racconto si adattava agli interlocutori. Ma il problema è che non ha un nome, una cosa così: giornale online, si dice ancora, ma è un nome che allude a un tipo di contenitore di notizie che è stato molto ribaltato in questi anni ed è un nome che nasconde le vere dimensioni di questo cambiamento. Ci sono dei giornali online, sì: sono fatti come dei giornali di carta, a volte bene e a volte no, e sono online. Quello che vuole essere il Post, invece, è un’altra cosa. I suoi modelli sono americani, ma anche lì non sanno ancora come chiamarli. Strano, no? Si inventano parole per tutto. Invece anche loro li chiamano siti di news, o ancora blog, o superblog. (continua a leggere su il post)