Obama ritorna Obama e lascia perdere i sondaggi contrari ed altri calcoli strettamente politici per riaffermare alcuni concetti forti che sono stati la giuda della sua campagna presidenziale. “Questa è l’America, qui la libertà è un principio incrollabile” In gioco per Obama c’è la separazione tra Stato e Chiesa. Gli Stati Uniti e il sogno americano sono anche questo: una nazione talmente forte da potersi permettere la riaffermazione dei principi dei Padri Fondatori senza badare al piccolo cabotaggio delle convenienze contingenti. Per Obama non vince il terrorismo islamico e non vincerà la semplice vendetta: a nessuno potrà essere negato il diritto di professare la propria fede.

Ma non solo Obama. Basterebbero le parole di Bloomberg, il sindaco di New York di origine ebraica, per capire cosa succede negli Usa: “con il no alla moschea tradiremmo i nostri valori e faremmo un piacere ai nostri nemici”. Ma Bloomberg ha imparato dalla sua vita una lezione fondamentale, proprio quando la sua famiglia fu costretta a servirsi di un prestanome cristiano per comprare la propria casa in una zona profondamente antisemita degli Stati Uniti stessi. Bloomberg ha più volte affermato come avendo vissuto sulla propria pelle lo staus di minoranza, non si sarebbe mai prestato a far vincere un’altra volta le forze della segregazione. Per questo Obama e Bloomberg probabilmente passeranno alla storia. Calderoli non credo.