apr 142013
 

Fabrizio Barca e Matteo Renzi rappresentano due importanti segnali dentro e fuori il Partito Democratico. Certamente positivi per la vitalità e la voglia di investire risorse intellettuali e di credibilità in un progetto politico che mantiene caratteristiche di democraticità e partecipazione, prodotti assai poco rappresentati nel dibattito politico attuali. Fatto d’altronde segnalato dalla stessa risposta che l’opinione pubblica, non solo di sinistra, sta facendo registrare attraverso i diversi commenti che si stanno facendo strada nel chiacchiericcio mediatico. Ci sarà tempo per analizzare meglio le due possibilità che, pur fronteggiandosi secondo alcuni, non mi appaiono in contraddizione tra loro. Il risultato finale che mi preme invece sottolineare è comunque un altro: il Partito Democratico attraverso queste due suggestioni non sarà, tra poco tempo, lo stesso che abbiamo conosciuto. Entrambe le ipotesi presentate da Barca e Renzi costituiscono una vera e propria discontinuità con l’attuale mainstream del Pd, con il suo passato anche recente per certi versi troppo contiguo alle leve del potere dello Stato. Due “notizie” che non potranno essere ignorate, soprattutto dalle élite che si sentono minacciate