giu 072012
 

In tempi di dibattito sul come uscire dalla crisi e sul partito del lavoro ai giovani – chez Mentana – stride il dato italiano sulla percentuale dei laureati nella fascia tra i 30 e 34 anni. Mentre in Europa la media è del 34,6 %, in Italia solamente il 20.3 % degli under 34 possiede un titolo di Laurea. Il dato appare ancora più sconfortante se paragonato a Germania (30.7%), Spagna (40.6%), Francia (43.4%) e Gran Bretagna (45.8%). Conseguentemente lo stesso obbiettivo europeo per il 2020, che è del 40%, appare fuori da ogni sogno per il nostro Paese che punta al massimo al 27%. Questo dato rappresenta una preoccupazione importante per la Commissione Europea che considera questa come una debolezza “strutturale” del nostro Paese, accompagnata dal problema connesso degli abbandoni scolastici. Se dunque può avere un senso riconoscere il merito a chi lo possiede, il problema più ampio, da aggredire immediatamente e con forza, rimane quello di preparare il futuro di chi sarà domani il cittadino italiano fornendo una preparazione diffusa migliore e di qualità “almeno” europea. Non basta quindi crogiolarsi nel falso dato che gli italiani di oggi non sono mai stati tanto istruiti rispetto al passato, perchè gli assi cartesiani devono parametrarsi con ciò che accade negli Stati con cui condividiamo un’area economica, culturale e – ancora non completamente – politica tra le più sviluppate nel mondo. Questo significa essere davvero europei

ott 062010
 

Alcune forze politiche nel nostro Paese sono convinte che la presenza di immigrati determini un peggioramento della qualità della vita. Effettivamente è un problema che l’Italia deve affrontare al più presto se sono corretti gli ultimi dati di Eurostat secondo cui le popolazioni migranti nell’area europea sono Turchi, Romeni, Marocchini, Polacchi e…Italiani. Nei 27 Paesi europei, infatti, le persone che vivono in Stati diversi dal proprio sarebbero circa 32 milioni, il 6,4 % della popolazione totale. Come dice lo scrittore croato Maksim Cristian su “Internazionale” se a Berlino un gruppetto di xenofobi insulta qualcuno, nel 50% dei casi chi viene insultato sarà un Turco o un Italiano! E quindi risultano chiare le ragioni per cui i politici stranieri e la stessa Unione Europea non intervengono nella discussione sullo sgombero dei campi nomadi italiani: si tratta di una questione interna; tra migranti.