Non credo che i canadesi siano un popolo irresponsabile. Eppure sembra che abbiano riconsiderato la loro partecipazione al programma di costruzione degli aerei militari F35. L’abbandono segue la sospensione già assunta da Australia e Norvegia e il ritiro degli ordini dei Paesi Bassi. L’Italia, o meglio il Ministro della Difesa Ammiraglio Di Paola, continua invece a investire risorse nel programma destinando i risparmi ottenuti dal taglio del personale civile che passerà da 33 a 20 mila unità e da quello militare che sscenderà da 183 a 150 mila. In sostanza la riforma prevede la discesa della spesa in stipendi dal 70 al 50% del budget riequilibrando il resto con un 25 % di spese correnti per il funzionamento e 25% per i nuovi sistemi d’arma. Meno personale, insomma, e più armamentario disponibile. E un piccolo parallelo ci viene irrefrenabilmente a galla: ma in fondo, le guerre del Canada non sono uguali alle nostre? Forse un caso di Ministro tecnico da sorvolare…
Nero su bianco in un articolo web del Sole24ore, giunge l’elogio a Massimo d’Alema che afferma pubblicamente che in Italia si spende poco per gli armamenti. La posizione del lider maximo viene giudicata persino saggia per una ragione molto semplice: internet e il GPS nascono dalla ricerca e dallo sviluppo finanziato dal complesso militare-industriale, così come decine di soluzioni medico-sanitarie che hanno allungato la nostra vita. In sostanza la principale spinta alla ricerca, all’innovazione tecnologica ed al benessere civile nascono dalla ricerca sugli armamenti. In pratica Einstein e migliaia di medici, biologi, fisici, cosmologi, ingegneri non hanno capito una fava e continuano a perdere tempo negli ospedali, laboratori, politecnici e via discorrendo, civili. La ricerca della gran massa degli scienziati non è un acceleratore di benessere e di pace quanto la ricerca su ciò che può distruggere la nostra civiltà. Sarà, ma non ci credo.