Questa faccenda della casta e dell’anticasta sta diventando un trabocchetto. Le caste esistono eccome, ma rimane singolare l’approccio che vediamo tutti i giorni nella nostra vita quotidiana al problema. La sensazione che traggo immerso nella mia professione è che, molto spesso, chi si indigna per soprusi e privilegi, se fosse messo in condizioni di aver gli stessi strumenti li userebbe senza grandi ripensamenti. Perchè le caste in Italia sono tante e spesso il tiro al piccione che viene fatto verso i politici tenta solo di spostare il bersaglio da sé stessi. Dirigenti pubblici, avvocati, giornalisti, medici, uomini di spettacolo e di sport condividono la stessa natura di parlamentari e governanti e infettano il normale vivere civile allo stesso modo. Forse è davvero una questione di approcci, perchè se ognuno di noi limitasse il privilegio, grande o piccolo, che l’appartenenza alle mille caste riesce a far fruttare, si prosciugherebbe l’humus che continua a nutrire il privilegio stesso. E parlo di tutti: dal dirigente d’azienda all’operaio specializzato, dal medico all’infermiere generico, dall’avvocato al praticante. Non credo che la colpa del malaffare, ad esempio, dei politici risieda nel fatto che siano politici: semplicemente sono cattivi cittadini che se si trovassero in altre posizioni tenterebbero di usare gli stessi strumenti, generando gli stessi danni. Il nepotismo, l’evasione fiscale, il mancato scontrino del caffè, la corruzione sono risultati finali che non si possono ascrivere ad un tipo sociale. Nella mia professione esiste un codice deontologico molto antico che di generazione in generazione viene rinnovato (con alterne fortune) nelle sue linee essenziali, ma che si sta perdendo e la cui trascuratezza è un semplice segno dei tempi attuali. Me ne sono accorto qualche giorno fa, quando in una conversazione con un mio collega, è venuto fuori che una cosa è il comportamento durante le ore in cui lavori, un’altra quando sei fuori. Eppure, il mio codice deontologico dice espressamente che in ogni momento, in qualsiasi luogo tu ti possa trovare, in qualsiasi situazione, il tuo comportamento deve essere ispirato al decoro della professione che hai scelto di onorare, pena il fatto che nel caso contrario potrai certamente rimanere in possesso delle tue conoscenze, della tua abilità, ma non potrai far parte di quel qualcosa che ti rende degno di essere, ad esempio, un medico, non verrai riconosciuto come tale dai tuoi colleghi e non potrai più ottenere i benefici materiali e immateriali che la professione ti dona. E questo, se posso dire, funziona perchè la stragrande maggioranza di chi ogni giorno esercita una professione, ricorda questa lezione e mantiene la possibilità che le cose funzionino anche nel nostro Paese. Quindi è davvero ora di smetterla di nasconderci dietro pretese che neanche noi siamo disposti a seguire con una avvertenza: da oggi sarebbe necessario più che sparare nel mucchio, iniziare noi stessi a cambiare i nostri comportamenti, lavorando meglio, cercando di fare le cose nel migliore modo possibile, mettendoci sempre tutte le nostre capacità, ricercando l’eccellenza dei risultati, studiando di più, barando di meno nei confronti di chi ci capita davanti e delle Stato stesso. Perchè quei politici che ci divertiamo a sbeffeggiare, forse, hanno imparato proprio da noi ad essere corrotti, lassisti, fannulloni, poco preparati. Quei politici siamo noi stessi