feb 032011
 

Preoccupazione: questo è il sentimento che sta percorrendo ospedali, ambulatori, pronto soccorsi o comunque chi lavora in sanità. E di motivi certamente ce ne sono diversi. Dapprima la sensazione che non esista un vero timoniere nelle questioni che riguardano la salute con visione sul futuro allegata. Divisioni partitiche all’interno della maggioranza tra Enzo Ghigo che attacca il vertice leghista, divisioni tra l’Assessore di riferimento Caterina Ferrero (Pdl) e il Direttore dell’Aress Zanon (Lega nord) conditi dal Direttore Generale dell’Assessorato Monferino che sembra giocare una partita in proprio senza padrini o padroni. Finanziamento del bonus pannolini – che sarà elargito a pioggia senza capo nè coda – ricavato, temporaneamente si dice, dal fondo che finanzia il sostegno ai malati psichiatrici e alle politiche di sostegno alla famiglia. Blocco effettivo delle assunzioni e delle sostituzioni di chi va in pensione, senza un precedente ragionamento sulle piante organiche degli operatori sanitari che, è opinione condivisa, non sono certo in esubero. Azzeramento del fondo attraverso cui si finanzia lo straordinario dei lavoratori, che tanto straordinario non è visto che attraverso quei quattrini vengono pagate le reperibilità di eccellenze quali i trapianti d’organo o le terapie intensive (le piante organiche, già…). Chiusura di esperienze utili e gradite ai pazienti come le forme ambulatoriali associative di medici ed infermieri sul territorio. I consorzi socio-assistenziali che sono stati dapprima ripuliti dai finanziamenti e poi fattivamente bloccati nelle politiche in quanto considerati residuati bellici da chiudere, ma senza indicare bene chi dovrà organizzare quei servizi e come. Dovunque questa amministrazione regionale in salsa verde-azzurra mette le mani sembrano fiorire guai e litigi “intestini” senza avere una chiara idea di cosa effettivamente fare. O meglio non sembra peregrina la sensazione che ci si stia avviando verso lo “smontaggio” del sistema sanitario piemontese per far posto ad altri attori che non vogliono distruggere la diligenza, ma possiedono una strategia più moderna e fine:saltarci sopra, alla diligenza. Ma la considerazione che sembra sempre più farsi strada in chi pone la sua passione di vita nelle vicende sanitarie è che la politica, oggi, non sia il luogo dove cercare le risposte. E che forse è meglio iniziare ad organizzarsi diversamente e cercare le risposte al di fuori del sistema politico che dovrebbe rappresentare il luogo deputato a gestire il bene comune della salute. Certamente un pericolo, questo, da non sottovalutare.

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