ago 262010
 

Per capire meglio quali sono i riferimenti “culturali” di cui è intessuta l’ultima partita di Sergio Marchionne è necessario dare uno sguardo su cosa sta avvenendo nel sindacato americano dei metalmeccanici. Utile a questo proposito leggersi un interessante articolo di Giuseppe Berta comparso sul IlSole24Ore web – La parabola di Walter Reuther, il sindacalista con vista sul futuro -. Se infatti la crisi scuote in profondità la fiducia, le modalità d’azione e la stessa capacità di rappresentatività del sindacato, non si può ignorare cosa ha detto il 2 agosto scorso Bob King, il nuovo presidente della Union of automobile Workers of America (Uaw) che è stato il più grande e forte sindacato industriale nel mondo e che ha pagato un prezzo durissimo negli ultimi anni: nel 1979 contava 1,5 milioni di iscritti contro i circa 400.000 attuali. King sostiene che l’organizzazione dei lavoratori deve essere ripensata dalle basi smattendo di considerare il management come avversario e nemico e tendere invece a costruire relazioni di collaborazione. Chiaramente ognuno può pensarla come vuole, ma il discorso di oggi di Marchionne non può prescindere dalle posizioni del sindacato di oltreoceano. Interessante è comunque la spiegazione che Berta introduce dei riferimenti, nel discorso di King, alla figura mitica della Uaw, cioè Reuthers che ne incarnò i diversi momenti nelle varie epoche da anima militante e radicale delle origini – andò perfino nella Russia stalinista – alla capacità negoziale leggendo in maniera anche originale la pancia dell’America.

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