barileSe siete stanchi delle polemicucce agostane della stampa italina, vi consiglio una bella corrispondenza da Shanghai pubblicata sull’edizione online de “Le Monde” dal titolo: “La Cina alla conquista delle risorse energetiche”. Non meno importante l’apertura di Liberation online  sui problemi di Barack Obama per l’introduzione della riforma sanitaria. Ma l’avanzata dela Cina sul panorama della conquista delle risorse energetiche e delle materie prime, seppure non una novità, rappresenta non tanto un campanello d’allarme, quanto il segno di un vero cambiamento degli equilibri geopolitici mondiali, a cui l’Italia guarda dall’alto delle questioni interne dell’introduzione del dialetto per gli sceneggiati televisivi ed altre importanti questioni legate al superenalotto. Il cambio dello scenario geopolitico viene indicato soprattutto dal fatto che i cinesi stanno “spostando” le loro risorse dagli investimenti sul finanziamento del debito pubblico americano ( ritenuti al momento vulnerabili) a investimenti a tutto campo sul settore energetico e delle materie prime, con la novità che, a differenza del passato, non trovano veti così forti come in passato da parte dei colossi occidentali. La strategia infatti è quella di creare delle vere e proprie collaborazioni con i giganti occidentali, che permettono colossali entrate di capitali cinesi anche nelle storiche roccaforti del potere energetico. Dal punto di vista occidentale i vantagggi dati da quessta forma di cooperazione riguarderebbero la possibilità di approfittare  della capacità finanziaria cinese e la speranza di ottenere nuovi contratti in Cina, tenendo anche conto della possibilità di usufruire del basso costo della manodopera di quel Paese.  La strategia cinese ha previsto comunque una riorganizzazione interna con la costruzione di un super ministero che ha riunito l’energia e la pianificazione. Sarà quindi tutto da osservare questa entrata della Cina nel Gotha mondiale del mercato petrolifero accanto a BP, ExxonMobil, Total e via discorrendo. Tutto questo mentre in Italia la discussione sembra ormai appassionarsi sulla crescita della vendita dei cellulari o, meglio ancora, sulle oscure ragioni dei vari tonfi delle Borse Valori nostrane: chissà come mai?!