ago 112010
 

Se non ve ne eravate accorti, la pandemia influenzale H1N1 è terminata. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, attraverso la Direttrice Generale Margaret Chan, ha ufficialmente comunicato la fine della pandemia, anche se alcuni focolai potranno ancora riaccendersi e risulta possibile una trasformazione del virus stesso che potrà avere un andamento stagionale, cioè come i normali virus influenzali con cui combattiamo ogni inverno.

Più importante invece è stata la pubblicazione della lista dei 16 membri del Comitato d’Urgenza e la dichiarazione d’interessi fatta da 6 di loro. L’OMS ha comunque stimato che i sei membri non sono incorsi in conflitti d’interesse tali da doversi astenere dal partecipare ai lavori del Comitato. L’argomento è certamente molto spinoso e riaccende le polemiche sulla corretta gestione dei rapporti tra industria e Autorità che devono vigilare e disciplinare le azioni sanitarie a livello internazionale. Per capire di cosa stiamo parlando basterà ricordare che – come ricordato oggi da Le Monde – il dossier del Professor Arnold Monto dell’Università del Michigan contiene una dichiarazione di attività di consulente presso i laboratori della GSK, Novartis, Roche, Baxter e Sanofi che sono tra i principali produttori di vaccini ma anche di prodotti antivirali. Non ci scandalizzano questi consulti, ma certamente è da tenere ben distinta l’attività a favore dei centri di ricerca industriali con quella ad esempio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ci sembra utile che le collaborazioni non si intreccino in ruoli di responsabilità pubblica.

mag 272010
 

I cambiamenti climatici incideranno sulla salute degli europei? Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità – Europa pare di sì e per spiegare cosa cambierà e come far fronte alle nuove emergenze sanitarie ha stilato il rapporto “Protecting Health in Europe from climate change” per fornire informazioni attuali e fornire una traccia ai sistemi sanitari europei sulle modalità di intervento. La prima modalità di cambiamento sembra essere un aumento della frequenza di ondate di calore, alluvioni e siccità di diverso tipo nel nord e sud Europa. Per ciò che riguarda il nostro “cortile”, l’europa centrale e meridionale, si assisterà ad un aumento delle temperature estive superiori alla media, una diminuzione delle precipitazioni annuali senza riduzione dei casi estremi con periodi di siccità. Le popolazioni maggiormente esposte saranno quelle delle grandi città, più esposte all’inquinamento e quelle che vivono nelle fasce ad alto rischio idro-geologico. in qualunque Paese si trovino, le categorie maggiormente a rischio rimangono i poveri, gli anziani, i malati e i giovani. I pericoli più insidiosi sarebbero rappresentati dagli impatti delle situazioni estreme di ondate di calore  ma anche di freddo soprattutto per popolazoni che hanno maggior difficoltà all’approvvigionamento energetico, l’insieme di malattie legate al cibo, la variazione di distribuzione delle malattie infettive anche per la colonizzazione di specie patogene provenienti dall’area sub- e tropicale. Non ultime le malattie di pertinenza dell’apparato respiratorio causate dall’aumento dei livelli di ozono a livello del suolonelle città e il cambiamento nella distribuzione dei pollini.

L’analisi comunque suggerisce la necessità di adattamento dei sistemi sanitari attraverso soprattutto una diversa distribuzione dei servizi ed un’attenta preparazione agli eventi estremi. I professionisti dei sistemi sanitari dovranno essere i primi riguardo nel campo della prevenzione, individuazione e risposta agli effetti del cambiamento climatico. Un problema da considerare sarà inoltre dato dall’aumento delle spese sanitarie delle famiglie che dovranno quindi essere considerate per non lasciare “alla prova dei mezzi” coloro ce non possiedono risorse aggiuntive per far fronte a tali rischi. La sicurezza sanitaria risulta quindi un perno centrale ineliminabile con la necessità di sostegno alla sanità da parte di altri settori, ad esempio anche con il rafforzamento dello sviluppo di sistemi di indagine e di comunicazione. Fondamentali risultano anche il potenziamento della forza lavoro del settore sanitario e la necessità di rendere ecosostenibile ogni servizio sanitario.