voteAnche nella sinistra francese è in corso un dibattito sulle modalità di scelta del prossimo candidato che sfiderà alle prossime presidenziali Nicolas Sarkozy: primarie di partito o primarie allargate? In questo articolo comparso sul suo sito, Jacques Attali, maitre a penser della gauche francese, ci fa un resoconto del punto della discussione d’oltralpe.

Tra i rituali della sinistra, le università estive offrono delle buone occasioni per di ritrovarsi epr sorridere, annunciare progetti per l’anno a venire e lanciare almeno un vero dibattito.
quest’anno, non solo le università estive si sono “balcanizzate” (ogni corrente della sinistra e del partito socialista hanno trovato utile tenere la propria), ma il dibattito più serio che avrebbe potuto occupare l’università socialista di La Rochelle alla fine del mese di agosto sembra scivolare in una successione di invettive patetiche.
La quesione è fondamentale: come sarà scelto il candidato della sinistra per le elezioni presidenziali del 2012? Se non si trovano rapidamente soluzioni chiare a questo problema, tutti quelli che scalpitano di vedere arrivare il proprio turno non accetteranno la legittimità delle procedure oggi presenti e si presenteranno. Avremo allora almeno cinque candidati provenienti dal Partito socialista (Ségolène Royal, Martine Aubry, Vincent  Peillon, Manuel Vals et Arnaud Montebourg) dal momento che alcuni dei migliori (Dominique Strauss Kahn et Laurent Fabius) si asterranno, permettendo a Olivier Besancenot di essere presente al secondo turno contro Nicolas Sarkozy, che sarà allora rieletto con l’80% dei voti.
Per aggirare questo ostacolo, e dare al futuro candidato della sinistra la massima legittimazione, alcuni, come l’eccellente clud Terra Nova, propongono di far designare il candidato da tutti i “simpatizzanti” del Partito socialista, o attraverso i simpatizzanti di tutta la sinistra. Per essere considerati come “simpatizzanti”, sarà sufficiente iscriversi in una lista elettorale senza costi.
Il vantaggio di questo processo sarà considerevole: il candidato sarà costretto ad un vero dibattito sul proprio programma, sarà designato grazie amilioni di persone in tutta trasparenza e simporrà su tutti gli apparati.
Tutto ciò avrà innumerevoli conseguenze: i partiti invasi dai propri simpatizzanti dovranno a poco a poco fondersi, e scegliere nello stesso modo i propri candidati per le altre elezioni; i militanti dei partit dovranno allora trovarsi altre motivazioni per aderire che quelle di designare dei candidati a delle funzioni così appassionanti e remunerative.
Tre rischi non sono da sottovalutare: in primo luogo, una più grande mobilitazione dei simpatizzanti dei partiti marginali porterebbe alla nomina di un candidato che non avrà nessuna possibilità di essere eletto: ciò proverà solo che il partito socialista, incapace di far designare uno dei suoi, non è degno di governare. Poi, un rifiuto dei vinti di accettare il voto con il ritorno alla molteplicità dei candidati: colui che farà ciò non avrà molte possibilità di vedre la propria carriera politica prosperare.
Infine, vedere i migliori candidati rifiutare di partecipare a un tale processo, temendo di essere vittime della demagogia o di colpi bassi: si può immaginare un Francois Mitterrand designato nel 1981 attraverso una tale modalità, contro un Michel Rocard allora trionfante nei sondaggi e dato come il solo capace di vincere il Presidente uscente? Ed ancora i candidato che vorrà rispamiarsi alle primarienon potrà risparmiarsi durante le stesse elezioni.
E’ dunque una possibilità da predere al volo, per la sinistra, quella di andare in questo modo lontano nel rinnovamento della propria identità. A condizione di darsi successivamente gli strumenti per trarne le conseguenze…
(Traduzione propria)