gen 152013
 

Nei giorni in cui il Consiglio comunale di Torino costringe la Giunta a fare retromarcia sulle limitazioni alla circolazione dei diesel euro-3, Tallin – capitale dell’Estonia – rende gratuiti dal 1 gennaio i trasporti sui mezzi pubblici. Pur essendo coscienti delle diversità di cultura, numero di abitanti e quant’altro tra le due città, ciò che ci preme sottolineare sono le direzioni diverse che le politiche ambientali delle due aree stanno prendendo. Sono patrimonio comune delle sperimentazioni già adottate negli anni precedenti – e che continuano ad essere completamente rimosse – che la questione “smog” ci giochi nell’immediato sul fronte dei trasporti: la quota preponderante di inquinamento deriva dal traffico automobilistico. Bisogna quindi togliere dalla strada quante più automobili possibile. E se le automobili servono a permettere alle persone di spostarsi tra due luoghi diversi – che è davvero un diritto da tutelare – bisogna farcele andare in altro modo. Ad esempio tramite mezzi pubblici che siano economicamente convenienti. Non solo. Dal momento che la gran massa degli spostamenti avviene per motivi lavorativi, per la maggior parte fissi, bisognerebbe cercare di incentivare almeno questi. Tenendo conto che il biglietto del bus che il cittadino paga copre più o meno il 30% dei costi totali, non credo sia così difficile pensare a politiche complementari che riescano a coprire tale costo (senza ricordare che in un passato ormai lontano qualche tentativo in tal senso si era compiuto). Anche perchè a Tallin, nella prima settimana di bus libero, si è registrato un calo del 15% di intensità del traffico rispetto ai mesi di novembre e dicembre con un aumento del 7% dell’uso del trasporto pubblico. Giusto per capire che invece di limitare per poche ore una fetta di territorio ridicola rispetto a quella di altre città italiane e farsi tritare politicamente dalle proprie stesse maggioranze politiche, bisognerebbe non aderire alla filosofia di vendere le aziende pubbliche di trasporto ma di pensarle come pubbliche e beni comuni. Prima di limitare, inoltre, bisogna rendere possibile in altro modo quello che si vuole vietare: spostarsi in maniera sostenibile.

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