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David Thorne è l’Ambasciatore statunitense in Italia. Una parte significativa del suo intervento nella manifestazione dell’American Chamber dedicata al Digital Word, è stata dedicata al ruolo che le nuove tecnologie possono avere nel superamento dell’attuale crisi. (da L’Inkiesta.it)

(…) L΄eCommerce, i nuovi media e altri aspetti dell΄economia digitale rappresentano motori di crescita potenti in grado di creare posti di lavoro, aumentare la produttività e aiutare le aziende a competere nel mercato globale. La ricerca e l΄innovazione in ambito digitale sono fondamentali per la nostra crescita economica collettiva. E la tecnologia permette uno sfruttamento senza rivali delle energie imprenditoriali.

La mia ambasciata si è impegnata in una serie di programmi per mettere in luce l΄economia digitale. Lo scorso anno abbiamo portato a Venezia i giovani nativi digitali italiani e i rappresentanti di alcune delle più grandi aziende di tecnologia degli Stati Uniti per un forum di due giorni sull΄economia digitale con conferenze, incontri, eventi di networking e ricevimenti. Abbiamo trasmesso l΄evento in streaming online e siamo arrivati in cima alla lista delle tendenze di Twitter. Abbiamo ottenuto un risultato molto pragmatico: un evento su “come fare” e “con chi” per tutti gli italiani desiderosi di sviluppare tecnologie digitali e di vendere le proprie idee e i prodotti online. È stato un evento straordinario, proprio ciò di cui l΄Italia ha bisogno. Lasciatemi tuttavia aggiungere una cosa che la dice lunga sulla dimensione della sfida da affrontare qui in Italia: non una sola delle figure politiche italiane che abbiamo invitato a partecipare ha preso parte alla manifestazione. Quest΄anno abbiamo già avuto due eventi di questo tipo: uno in Sardegna e un altro a Firenze ed è in programma un altro forum a Venezia, a maggio, mentre a marzo a Milano si terrà una sorta di “campo di addestramento digitale”.

Le nostre attività in questo ramo dell΄economia hanno reso chiara un΄altra cosa. Le idee, la tecnologia e l΄innovazione rappresentano il ferro, il carbone e l΄acciaio dei nostri giorni. È stato facile difendere i depositi di carbone, ora, nelle nostre società basate sulla conoscenza, dobbiamo fare lo stesso per le idee e le tecnologie. Dobbiamo costruire delle protezioni versatili e sicure a difesa dei diritti della proprietà intellettuale degli sviluppatori e dei creatori. E l΄Italia farebbe bene a concentrarsi sulla tutela della proprietà intellettuale come se questa fosse il seme della sua prosperità futura.

In questo momento l΄Italia è l΄ottava più grande economia del mondo (mi dispiace, siete appena stati superati dal Brasile) e dovrebbe sforzarsi di essere tra i primi dieci paesi per quanto riguarda le infrastrutture digitali. Questo non può che aiutare il nostro scambio di idee su come le nostre aziende possono sfruttare al meglio le tecnologie digitali per crescere e innovare. È anche per questo sono estremamente felice di dare il benvenuto all΄iniziativa della AmCham di creare un gruppo consultivo digitale. In Italia, dove le piccole e medie imprese costituiscono la spina dorsale dell΄economia, ci conviene spingere per l΄affermazione di un solido ecosistema digitale in grado di globalizzare la loro portata.

Noi tutti beneficiamo dei progressi nelle tecnologie dell΄informazione e della comunicazione. Un più diffuso accesso a internet e una maggiore disponibilità della rete si traducono in crescita economica e più posti di lavoro. La Banca Mondiale riferisce che quando i paesi sviluppati aumentano l΄accesso alla banda larga del 10%, il PIL pro capite cresce del 1,2 per cento. In Europa, la banda larga più veloce potrebbe generare milione di posti di lavoro e 850 miliardi di euro di crescita entro il 2015. Lo sviluppo dell΄economia digitale può anche fornire uno “spazio” dove far crescere nuove start up, aprendo ai giovani imprenditori una porta nel mondo dell’economia. Può forse l΄Italia permettersi di restare indietro, oppure rinunciare alle forme di occupazione che l΄economia digitale offre?

Un secondo elemento relativo al riavvio della crescita è legato all΄innovazione. Questo impegno, però, deve essere sostenuto da un investimento di risorse. Gli Stati Uniti, per esempio, spendono circa il 3% del PIL per la ricerca e lo sviluppo, in Europa, la cifra si attesta quasi al 50% in meno.

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/l-italia-scommetta-sul-digitale-uscire-dalla-crisi#ixzz1gDvS6Cip

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