ott 132011
 

L’ambiente non ha appeal: tagliato di fatto dagli aggiustamenti in Finanziaria non possiede più di fatto un “portafoglio” passando da 1,3 miliardi del 2008 a 120 milioni di € nel 2012. Nemmeno i media prestano più attenzione ad un Ministero ormai in ginocchio e nessuno saprà quindi che il Piano Bonifiche, la gestione dei parchi nazionali e riserve marine, la mobilità sostenibile, la lotta contro l’inquinamento atmosferico e via discorrendo non saranno ne fatti linee d’azione del Governo di Centrodestra presieduto da Silvio Berlusconi. Il danno è grave e sa anche un po’ di beffa, ma per dirla proprio tutta non sarei sicuro che governi di altro segno non avrebbero comunque diminuito le risorse di un settore visto sempre un po’ con fastidio ed accondiscendenza; anche a sinistra. Che fare quindi? Un riflesso condizionato potrebbe scattare e arrivare al risultato dell’attuale Ministro Stefania Prestigiacomo secondo cui il Ministero a questo punto è inutile e di fatto va chiuso. A noi che abbiamo visto e ci siamo adoperati per la costituzione di questo Ministero, che ci siamo appassionati e abbiamo in molti casi speso tempo ed energie al governo dell’ambiente a livello locale, questo risultato non soddisfa e quindi crediamo che sia ancora possibile fare qualcosa, anche con i “fichi secchi”. Ad esempio le questioni ambientali non rappresentano semplicemente una spesa e le politiche del settore non sono semplicemente “incentivi” per questa o quella tecnologia. Anzi. L’ambiente potrebbe innanzitutto significare uno straordinario riordino legislativo con norme chiare, semplici, che permettano a chiunque voglia interessarsi della questione di operare in un quadro chiaro, anche severo se necessario ma non vessatorio e intralciante, con tempi certi di autorizzazione ad alti livelli di qualità e pene altrettanto ferme quando necessitano. Significa usare la leva dell’economia dell’ambiente in maniera saggia e competente, con tutte le possibilità persino di abbattere le distorsioni del mercato quando si applicano a beni che devono essere governati secondo parametri economici adeguati come i Paesi più avanzati continuano a mostrarci. Significa guardare in maniera diversa all’efficienza ed all’efficacia. Significa indicare meglio alle stesse aziende cosa è accettabile e condivisibile a livello sociale e portarle all’innovazione tecnologica senza tassazioni supplettive, ma favorendone anche il rilancio nel mercato globale. In sostanza l’ambiente è fatto di molti aspetti che vengono spesso dimenticati e su cui bisognerebbe ragionare ancora prima di prepararsi a spendere le risorse assegnate. La sostenibilità in fondo significa anche questo.

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