lug 272009
 
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Obama sta certamente centrando ed imponendo l’agenda della discussione politica sia interna (riforma sanitaria) che internazionale (Cina) a differenza dell’asfittica politica italiana che non va oltre i modelli delle Escort. Ma per comprendere meglio la cornice della discussione internazionale, segnalo l’articolo di Lilia Costabile “Risate cinesi e debito pubblico americano” pubblicato su Economiaepolitica

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gen 112009
 
Da dove partirà la politica di Barack Obama per il Medio Oriente? Antonio Carlucci dalle pagine dell’Espresso, sintetizza alcuni punti su cui convergono diversi analisti di politica internazionale e che rappresentano il possibile approccio del nuovo Presidente USA attualmente mascherato dietro la consueta posizione “Gli Stati Uniti hanno un solo Presidente alla volta”. Bisogna inoltre tener conto del memorandum “Rinnovare la diplomazia in Medio Oriente” che è stato reso pubblico il 5 gennaio scorso e che rappresenta la summa di consigli elaborati dal think tank di Washington diretto da Martin Indyk, già ambasciatore di Clinton in Israele, considerato il centro di elaborazione della politica estera di Obama.

Le linee di azione sembrano comunque potersi riassumere nei seguenti punti:

* Terra in cambio di pace. Questo tipo di diplomazia sembra la sola che negli ultimi decenni abbia conosciuto qualche risultato. Tenendo inoltre conto che fu uno dei cavalli di battaglia di Bill Clinton e che Hillary Clinton sarà il suo “ascoltato” Segretario di Stato”, non ci vuole molta fantasia nel pensare che questo tipo di politica, che segnerebbe inoltre una forte discontinuità rispetto alla Presidenza Bush, sarà uno degli assi strategici seguiti dagli Stati uniti

*Riforme guidate da leader locali ed aiutate dall’esterno. Gli Stati Uniti quindi dovranno costruire nuovi rapporti con l’emergente elite araba a cui affidare in prima persona il cambiamento e la responsabilità in prima persona delle nuove politiche di sviluppo e di pace.

*Assumere i regimi arabi come partner paritari nella politica di cambiamento. Non solo quindi leadership dei vari attori che si muovono nel quadro mondiale (ONU, Unione Europea, eccetera) ma nuovo ruolo anche delle aggregazioni di forze presenti sul terreno mediorientale (Lega Araba?)

*Politica dei piccoli passi. Sicuramente sembra trasparire un’azione che si snoderà sul medio/lungo termine con la necessità di sfumare scenari che possono portare le parti in causa a rapidi movimenti che possono arrivare al limite delconflitto così come oggi accaduto.

*Rigetto dell’autosufficienza deli USA nel risolvere le politiche mediorientali. Probabilmente sarà possibile disegnare nuovi ruoli anche per le stesse Nazioni Unite oltre che per gruppi di pressione continentali come quello dell’Unione Europea.

Il tutto comunque tenendo fede alla storica amicizia degli Usa con Israele.

 

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gen 062009
 
Un’interessante segnalazione da politicaduepuntozero è il dossier redatto dall’Osservatorio sulla comunicazione politica del Dipartimento di studi politici dell’Università di Torino. Nel lavoro è svolta l’analisi dell’uso dei media nelle ultime elezioni presidenziali USA (Obama e il web pdf) e durante l’ultima elezione politica in Italia, (politiche 2008) contenente anche i link delle risorse web facilmente accessibili. Una sezione è dedicata anche alle prossime elezioni europee 2009.

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nov 192008
 
Come comunica la nuova amministrazione americana guidata da Barack Obama? Sicuramente in maniera anticonvenzionale e con una peculiarità: abbattere i filtri comunicativi tra le persone ed il Governo. L’ultima riprova, ora che gli Stati Uniti non sono più in campagna elettorale, si è avuta sul lancio di una sorta di “manifesto verde” che il Presidente eletto ha comunicato in una conferenza sul clima organizzata a Los Angeles dal Governatore Schwarzenegger alla presenza di altri governatori democratici e repubblicani ed esponenti di rilievo internazionale. In realtà Obama è intervenuto a sorpresa mediante un video di quattro minuti mandato via internet in cui, come riportato su Repubblica di oggi, ha sottolineato che “poche sfide sono più urgenti per l’America e per il mondo che combattere il riscaldamento globale” rilevando che “ i fatti sono chiari e le evidenze scientifiche ormai indiscutibili”. Ciò che colpisce è appunto la modalità, in quanto attraverso il messaggio internet ha completamente saltato il “filtro” dei media rendendo anche accessibile al cittadino medio tutto il messaggio, senza gli inevitabili rimaneggiamenti che i professionisti dei media avrebbero comunque compiuto. In sostanza la funzione di giornali e TV è stata quella di commento ed eventuale approfondimento e non quella di montaggio e smontaggio delle dichiarazioni. Il messaggio è stato reso disponibile nella sua interezza e consultabile da tutti. Questa, probabilmente, diventerà una nuova modalità di comunicazione sempre più perseguita, a differenza ad esempio di ciò che accade nel nostro Paese dove il montaggio, smontaggio e posizionamento all’interno di giornali e Tv sono a completa discrezione dei giornalisti con tutto ciò che ne consegue sull’integrità e rilevanza dei messaggi politici. Forse stiamo assistendo ad una nuova fase della comunicazione che dovrebbe essere sempre più considerata anche dalla politica nostrana.

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