ott 152011
 

Ho un certo retrogusto amaro per quello che è successo a Roma. Soprattutto per uno spezzone di video che ho visto in televisione oggi. Premetto che sono d’accordo con chi definisce delinquenti quattro provocatori vestiti di nero che bruciavano qulasiasi cosa trovassero davanti al loro cammino. A casa mia si chiamano semplicemente fascisti e basta questo per chiudere l’argomento. Sono anche d’accordo con chi difende la libertà di manifestare, cosa che, se è stata scritta sulla nostra Costituzione, un valore l’avrà pure. Ma l’amaro in bocca mi rimane per l’immagine di una signora che si disperava vedendo bruciare la propria auto. Non era chiaramente una Maserati e la signora chiedeva chi la ripagherà di quella auto che per lei, verosimilmente, significava molto. Sembrerà una cosa minima, un effetto collaterale inevitabile del corso delle cose. Nessuno però riusciva a dare una risposta alla domanda di quella signora. L’immagine è stata riproposta anche durante i commenti di personaggi del mondo politico, dei media, dello spettacolo e altre cose del genere che continuavano a sproloquiare su diritti, doveri, mondi possibili o meno, pacifismo, governo, mondializzazione, condanne e via discorrendo. Devo dire, guardando meglio le immagini, che gli unici che hanno tentato di “mettere una pezza” sono stati due poliziotti che hanno dapprima tentato di spegnere l’incendio e poi si sono comunque presi cura, per quel che potevano, della signora. Ecco l’immagine plastica della giornata: una donna con una vecchia auto bruciata (di cui il valore effettivo d’uso non sarà risarcito da nessuna assicurazione) assistita da alcuni poliziotti a cui la recente finanziaria ha ridotto, nei fatti, lo stipendio di un centinaio di Euro al mese. Tralascio altre cosette accessorie sull’atteggiamento di altri che partecipavano alla scena, ma continua a picchiarmi come un chiodo la domanda: chi risarcirà quella signora (e quei poliziotti)? Quando penso ad una nuova politica moderna, fuori dagli schemi, diversa penso ad una politica che riesca in qualche maniera a rispondere alla domanda di quella signora. Sembrerà minimalismo, ma non lo è. Il resto è infatti vecchia politica con tutta una serie di personaggi che hanno recitato un copione già noto e perfettamente riproposto che chi ha qualche anno sul groppone conosce bene con un finale chiaro: prendersi la propria fetta di popolarità, il famoso quarto d’ora di notorietà di Wharol, permettendo poi alle diverse divinità politiche di poter ancora una volta farsi inondare dai riflettori televisivi. Continuerò a rimanere minimalista, ma la vera inovazione politica, oggi, sarebbe quella di dare una risposta chiara e completa a quella signora, una risposta anche controcorrente ma precisa, comprensibile, mettere quella signora al centro delle nostre preoccupazioni. Il resto è solo noia da fighetti.