giu 082019
 

weitz

 ”Weimar é ancor sempre presente, ma il suo profondo significato non si può coglierlo nelle sparate senza senso in cui ci si imbatte facilmente sui vari siti web. Weimar é, invece, un chiaro esempio di fragilità della democrazia e un severo avvertimento, tutt’ora valido a distanza di cent’anni dalla rivoluzione e dall’istituzione della repubblica, di ciò che può accadere quando le persone e le istituzioni di una democrazia sono oggetto di attacchi incessanti e spesso brutali; allorchè la politica diventa una guerra per l’assoluto dominio di una parte in causa; quando certi gruppi sono platealmente condannati ed emarginati; quando i conservatori tradizionali vengono a patti con la destra estremista e razzista, conferendole una legittimazione che non sarebbe certo in grado di conquistarsi autonomamente. Le gradi realizzazioni di Weimar, la sua democrazia, la sua vivacità culturale, l’apertura alle diverse sessualità, le riforme sociali, erano esattamente l’oggetto degli odi della destra. Queste realizzazioni vanno riconosciute e celebrate a cento anni di distanza. In caso contrario, si consentirebbe ai nemici della democrazia e del progresso di modellare il passato a loro uso e consumo; gli si riconoscerebbe una vittoria  postuma”. (Eric D. Weitz, dalla prefazione al volume).

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