ott 092012
 

Se proprio volessimo parlare di “rottamatori”, dovremmo prendere nota di questa data: 11 ottobre 1962, apertura del Concilio Vaticano II. Un Papa ormai anziano, considerato di transizione, mette in scacco le strutture vaticane provocando uno scossone che, a tendere l’orecchio, si avverte ancora oggi. Quando Giovanni XXIII il 25 gennaio 1959, a soli tre mesi dalla sua elezione a pontefice, diede l’annuncio nella basilica di S. Paolo fuori le mura di un “Concilio ecumenico per la Chiesa universale”, scese il gelo e, come racconta chi c’era, nessuno applaudì. E pochi avrebbero applaudito anche quando si affermò che il clero veniva superato dal sacerdozio universale dei credenti; quando ci si domandò non “cosa è la Chiesa” ma “chi è la Chiesa” o quando lo stesso Papa si rivolse agli esponenti della curia vaticana che si opponevano alla celebrazione del Concilio indicandoli come “profeti di sventura”.  Questo “balzo in avanti” come lo definì Roncalli stesso, avvenne senza proclamare nuovi dogmi ma volendo interpretare “i segni del tempo”. Un metodo, che potrebbe tornare utile anche oggi…

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