mag 072012
 

In tempi di prove elettorali è passato in sordina l’incontro alla Fondazione Italiani Europei tra il premio Nobel Joseph Stigliz ed il Presidente del Consiglio italiano Mario Monti organizzato da Massimo D’alema. Ma le bordate di Stigliz dovrebbero certamente entrare nel dibattito politico italiano ed europeo con maggior forza adesso che spira in Europa un vento, se non contrario, certamente proveniente da altre direzioni. Perchè il Nobel continua ostinatamente a ripetere che la politica di austerity europea non funziona e non funzionerà nemmeno in futuro, anzi ci condurrà a crisi più profonde. Perchè anche dal punto di vista dei rientri del debito pubblico non sta dando i risultati sperati, cioè l’agognato pareggio. Ed allora la proposta di politica fiscale espansiva senza maggiore deficit pubblico: aumenti della tassazione, certamente, ma i cui proventi devono essere destinati a pagare spesa pubblica e non debito. Oppure tagli agli sprechi che non devono comunque generare maggiore austerità ma maggiore domanda. Perchè poi, alla fine, senza toccare il deficit, il Pil sale facendo scendere anche i rapporti deficit e debito su Pil. Ed anche  tasse e spesa pubblica che devono ridurre le diseguaglianze che in questa fase economica distruggono la crescita. Monti non ha opposto molto. Ma l’aspetto che mi è piaciuto maggiormente del bombardamento di marca Stigliz è quello su un aspetto dello “spreco” che dovremmo meglio mettere a fuoco: quello delle risorse naturali, materiale ed umane, che avevamo in passato e che non stiamo più utilizzando causa crisi. Sarebbe per Stigliz l’austerità che tiene vivi questi sprechi. E tutti i giovani che oggi non lavorano e che lo troveranno tra molti anni a salari più compressi perchè avranno disimparato a fare e avranno perso l’orgoglio e la voglia di emergere. Ecco gli sprechi che davvero anche noi vorremmo tagliare.

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