nov 282011
 

Tra le politiche di una grande città dovrebbe esistere quella di far diventare la propria Università un polo di attrazione per giovani studenti. I benefici di questa idea sono stati ampiamenti discussi e riconosciuti, soprattutto dopo le analisi di Florida. Ancora meglio sarebbe attirare nuove e giovani intelligenze da tutta Europa, aprendosi al “mercato” della formazione internazionale dove gli altri Stati del vecchio continente stanno combattendo importanti battaglie. Come ad esempio sta avvenendo nel Nord Europa, dove gli studenti inglesi, storicamente tra i meno propensi alla migrazione, stanno iniziando a scoprire altre realtà in cui formarsi, quali ad esempio quelle offerte dalle Università olandesi. I Paesi Bassi, infatti, sono diventati la terza destinazione degli studenti di Sua Maestà, dietro ad Australia e Stati Uniti; il primo per paese non anglofono. Il punto di attrazione, oltre all’offerta formativa con molti corsi di laurea in inglese, sembra intrecciarsi con la crisi economica per cui a fronte del costo delle università britanniche che supera i 10 mila € l’anno, nel vecchio Benelux le rette sono calmierate con una richiesta inferiore ai 2 mila €. L’imprenditore Mark Huntington, che ha fondato un’agenzia di informazione per gli studenti  inglesi che vogliono studiare all’estero, afferma comunque come aspetti quali insegnamenti meno teorici e più pratici con una migliore preparazione professionale e maggiormente competitiva sul mercato del lavoro. Curiosa è inoltre la notazione di come avere studenti di madrelingua inglese porti un vantaggio importanti sulla conoscenza della lingua anche agli altri studenti.
Inutile dire che queste sollecitazioni devono far parte della nostra proposta politica sia a livello nazionale che a livello più locale, anche tenendo conto del fatto che la qualità delle istituzioni accademiche piemontesi possono certamente raccogliere la sfida senza incertezze.

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