nov 162011
 

Mario Monti ha formato il nuovo Governo della Repubblica italiana, ma quali italiani si trovarà davanti? Credo che sia ancora presente una sorta di “tic” nazionale, immutato dai tempi del precedente esecutivo, che spera nell’uomo del destino. Per capirci meglio, Mario Monti – come prima di lui Silvio Berlusconi – sembra possedere qualità taumaturgiche attraverso le quali il nostro Paese guarirà dalla pervasiva burocrazia, dall’ignavia di alcuni impiegati pubblici, farà arrivare in orario treni e bus e riparerà tutte le strade. La nostra parte più cosciente sa che tutto questo non sarà possibile ma la nostra parte motoria continua non dare segni di vita. Personalmente spero invece che il nuovo Governo crei l’atmosfera, l’ambiente adatto che permetterà a tutti di noi di agire con nuova fiducia. Perchè saranno i medici che cureranno i malati, gli operai che faranno automobili più belle, gli architetti che progetteranno città e case in cui vivere meglio, gli spazzini che manterranno pulite le nostre strade, non Mario Monti. La fiducia e la possibilità di realizzare quanto è nei nostri progetti sembrano però essere idee lontane dall’italiano di oggi dal quale tracimano invece rabbia, impotenza, recriminazione, accuse sempre dirette verso qualcuno o qualcosa che limita la nostra capacità di vivere, di lavorare, di compiere il nostro progetto di vita. Chi sente ugente, però, la necessità di voltare pagina e di agire, di riprendere in mano le proprie possibilità può scegliere diverse strade. La nostra è quella dell’azione politica associata e volontaria, che usa il metodo democratico nei rapporti tra le persone per arrivare ai valori della solidarietà, dell’equità, della cura dell’altro. Con alcune caratteristiche particolari che non si esauriscono nella critica fine a se stessa, ma che pongono in primo piano appunto l’azione positiva, che è l’anima dela politica. Che credono sia necessario sfruttare la nuova atmosfera che sta nascendo per fare meglio e con gusto quello a cui siamo stati chiamati a fare: curare meglio, costruire meglio, progettare e costruire meglio. Questa scelta noi l’abbiamo chiamata Piemonte al Centro e vuole completare questa azione di fiducia che il nuovo Governo sta iniziando a costruire dal lato finora mancante che è quello appunto dei cittadini. Noi abbiamo scelto di rispondere, in tempi non sospetti, alla domanda che Luca di Montezemolo si poneva diverso tempo fa sull’esistenza di un’Italia che vuole impegnarsi e mettere in comune le proprie capacità per la rinascita del nostro Paese. Tutti noi abbiamo aderito alla fondazione Italia Futura, ponendoci però anche il problema dell’azione politica su campo e creando Piemonte al Centro per iniziare anche in campo politico a costruire fiducia, equità, sviluppo, benessere, rispetto, rigore e tanto altro. Nella nostra idea l’azione di Mario Monti è la stessa, ma in un ruolo al momento diverso, da quella di Luca di Montezemolo che non da oggi si è posto il compito all’interno della nostra società di riunire in rete le intelligenze, le forze vive e volenterose del nostro Paese. Piemonte al Centro è già in rete con Luca di Montezemolo e ambisce a rappresentare una parte del suo progetto all’interno di una realtà territoriale ed è una naturale conseguenza porsi anche in sintonia con Mario Monti traducendo la sua azione all’interno della comunità piemontese con il proprio stile: non chiedere, ma operare.

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