ott 162011
 

Tom Dealessandri, vicesindaco di Torino, è davvero persona degna di rispetto e di stima. Ho avuto occasione di lavorarci insieme e mi sento di affermarlo per averne avuto esperienza diretta. Non sono però d’accordo con lui quando difende l’indifendibile. Dire che affidare una consulenza – non il posto da amministratore delegato – per 160 mila euro all’anno che andranno a sommarsi ad altri 90 mila euro annuali è corretto non sta nè in cielo nè in terra. Se poi la motivazione della scelta è che “permette dirigenti di alto livello che hanno una grande responsabilità in modo proporzionale al rischio che si accollano”, penso davvero di essere atterrato su Marte. Le successive puntualizzazioni, poi, sono ancora più deboli. Se guadagnano di più nel privato, allora  vadano nel privato misurandosi con i risultati e la possibilità di immediato licenziamento; il fatto che fino a ieri queste situazioni passassero sotto silenzio non regge e comunque gli amministratori della cosa pubblica dovrebbero essersi già accorti da un pezzo che l’aria è cambiata ed i cittadini pretendono lo stesso rispetto ricevuto dalle amministrazioni pubbliche che non si fanno scrupolo di tagliare i servizi impoverendoli. Ogni giorno, in diversi ruoli e professioni, molte persone prestano servizio allo Stato nelle sue articolazioni con altrettanto, se non spesso maggiore, rischio lavorativo e personale; prendono decisioni che influenzano il futuro e la vita stessa di altre persone e ne rispondono penalmente ed economicamente in caso di errore. Lo stesso sistema pubblico ha persino tagliato qualsiasi tipo di rimborso in caso di partecipazione a consigli di amministrazione e quant’altro, ma tutti sono rimasti ai propri posti, perchè esiste un obbligo quasi morale a dare il proprio tempo e competenze in maniera gratuita per quello che si pensa sia un bene comune. Ma soprattutto non regge proprio il discorso di mercato perchè nei sistemi industriali più avanzati del nostro se si fa bene si guadagna ma se non si ottengono risultati no e si viene pure accompagnati alla porta. Devo dire che personalmente non vedo eccellenze da pagare 250 mila euro l’anno nelle partecipate del mio Comune: non vedo eccellenze di gestione che si stagliano sul panorama nazionale come “il falco alto levato”. Quindi, pur mantenendo la stima per Tom – mission impossible, credo sia necessario iniziare un percorso di ridimensionamento per il rispetto dei cittadini. Grazie

  One Response to “Consulenze di latta al Comune di Torino”

  1. Condivido, e aggiungo: dal Curriculum di questo fenomeno che si chiama Roberto Barbieri, di cui non si può fare a meno al punto di pagarlo 250.ooo,00 euro all’anno, non vedo esperienze manageriali. Vedo che ha fatto per due legislature il deputato e per una il senatore (sempre per PDS/DS), e che prima è stato assessore a Napoli con Bassolino. Basta tutto questo per farne un manager che aziende private sono pronte a strappare alla GTT a suon di soldoni? Non lo so. So però che se ciò avvenisse, il PD saprebbe rapidamente trovare tra i suoi tanti ex di qualcosa in lista di attesa qualcuno pronto a sostituirlo per la “modica” cifra di 90.000,00 euro all’anno.
    Spiace davvero vedere un galantuomo come Tom Dealessandri essere costretto a difendere simili porcherie.
    Ma questa vicenda dà la cifra della distanza del ceto politico (tutto) dalla vita civile.

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