set 182011
 

Ognuno può scegliere di risolvere i problemi che vuole per far in modo che il nostro Paese esca dall’empasse in cui si è cacciato: vedi la Lega con il secessionismo, il Pdl con le intercettazioni, il Pd con l’ossessione di Berlusconi e via discorrendo. Personalmente sceglierei di dedicare una particolare attenzione ai rapporti di pagamento tra le Piccole-medie imprese e le amministrazioni pubbliche. La Confapi ha denunciato un allungamento dei tempi ormai in media vicino all’anno, che penalizza il tessuto delle nostre aziende, che sono praticamente tra i primi datori di lavoro nel nostro Paese, non solo rispetto alla concorrenza internazionale, ma anche sulle possibilità di rstare in piedi. Ricordiamo quali sono i tempi di pagamento oltreconfine: 19 giorni in Gran Bretagna; 65 giorni in Spagna; 2 giorni in Francia; 11 in Germania e con una media europea di 27 giorni (fonte il Sole24 Ore). Come denunciato dallo stesso studio Confapi riportato da Giovanni Parente:«La principale conseguenza di questi ritardi è la mancanza di liquidità nelle casse delle imprese fornitrici. Ne consegue, anzitutto, la difficoltà nell’onorare i pagamenti ai propri fornitori e, in subordine, l’impossibilità di porre in essere gli investimenti necessari senza dover ricorrere a forme di finanziamento. Il ritardo dei pagamenti della Pa trasferisce infatti alle imprese fornitrici il problema di liquidità del settore pubblico». Il problema ha poi una coda velenosa data dalla necessità delle imprese di dover ricorrere alle banche per ottenere prestiti con cui saldare le proprie spese, determinando una spesa extra che si aggira sui 1.9 miliardi di euro l’anno.

E quindi? Nicola Rossi, che sarà presente il 22 settembre a Torino al Convegno di Piemonte al Centro all’Hotel Ambasciatori, sta studiando una proposta di legge bipartisan per risolvere la questione, anche attraverso il recepimento della norma comunitaria che impone tempi certi e rispetto degli obblighi verso i fornitori da parte dei committenti pubblici. Queste sono le cose che ci aspettiamo vengano fatte da chi abbiamo mandato in Parlamento.

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