mar 072011
 

Ci sarebbe piaciuto sentire qualcosa di importante, oggi, dai candidati a sindaco della nostra città sul problema dell’aumento del costo del petrolio. O meglio sapere se esiste un qualche embrione di idea per far fronte ad un problema che non riguarda solo i cittadini, ma soprattutto le casse dei nostri Comuni. Infatti l’aumento del costo delle energie fossili provocherà un forte impatto sulle spese dei municipi, che dovranno trovare soldi freschi per far fronte all’aumento dei costi. Una città rinnovata ed all’altezza delle nuove sfide dovrà, per forza di cose, “girare” secondo nuovi criteri facendo dell’efficienza energetica, del risparmio, dell’uso di fonti rinnovabili molto più che una semplice “spilletta” da poter attaccare al bavero del nuovo sindaco. Lentamente stiamo entrando in una vera e prorpia emergenza, anche se ci ritroviamo nella classica situazione della pentola e della rana: se la rana viene messa nella pentola piena d’acqua e lentamente scaldata morirà, mentre se viene buttata nell’acqua bollente salterà immediatamente fuori. Stiamo ormai entrando nell’era dell’incertezza energetica e non sembrano esserci differenze tra l’indolenza del governo centrale e quello delle maggiori città italiane. Qui si giocano diverse partite tra cui quella delle aziende nella quali la partecipazione pubblica a carico dei comuni dovrebbe darci risposte. Il problema infatti è certamente quello di capire se le “partecipate” comunali resteranno in mano pubblica o meno, ma in verità oggi stesso ci piacerebbe sapere se tali aziende stanno predisponendo piani per la sufficienza energetica anche a lungo periodo attraverso il progressivo sganciamento dalle fonti fossili o tentino semplicemente di far cassa intervenendo sulle tariffe pagate dai cittadini. E’ davvero necessario capire se esiste un “Piano B” da parte delle prossime amministrazioni per dare una svolta all’organizzazione della nostra città e rendere sostenibile per i cittadini un aumento dei prezzi ed una dipendenza da fonti energetiche esauste che non permetterà certo alla nostra comunità di attrarre intelligenze, aziende, energie che invertano questa sensazione di declino che percorre le fibre della prima capitale d’Italia.

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