ott 122010
 

Roma, 7 ott. (Adnkronos Salute) – Il ministero della Salute ha messo a punto una prima bozza del nuovo Piano sanitario nazionale 2010-2012. Una serie di misure descritte in 185 pagine, suddivise in 8 capitoli, che vanno dalle azioni per lo sviluppo del sistema, al monitoraggio, appropriatezza e uniformità dei Lea. E ancora. Le patologie rilevanti, la non autosufficienza e la disabilità. Ma il Piano, ora sottoposto al vaglio delle Regioni – prevede anche tutta una serie di misure di contrasto alle criticità del sistema. Una su tutte – si legge nel testo anticipato sul web da ‘Quotidiano Sanità’ – la carenza dei medici, che nei prossimi anni potrebbe toccare livelli di guardia. Il Piano stima infatti che entro il 2018 ne mancheranno 22 mila. Nelle linee di programmazione sanitaria per il triennio 2010-2012, vengono consolidate le misure che mirano all’equità del sistema. Più nello specifico, le scelte strategiche della politica sanitaria del prossimo triennio si caratterizzeranno fortemente verso: il miglioramento e potenziamento della prevenzione; la riorganizzazione delle cure primarie; la promozione e la diffusione nei servizi sanitari del governo clinico, della qualità e della sicurezza dei pazienti.E ancora: il potenziamento dei sistemi di rete nazionali e sovraregionali (malattie rare, trapianti etc.); la diffusione e il consolidamento dell’integrazione sociosanitaria; la promozione del ruolo del cittadino e delle associazioni nella gestione e nel controllo delle prestazioni del servizio sanitario; il miglioramento e la qualificazione del personale dei servizi sanitari. In ragione di queste scelte, dovranno essere conseguiti obiettivi prioritari come: l’equità di trattamento e di accesso ai servizi, tramite la massima semplificazione burocratico-amministrativa e privilegiando i Punti di unificati di accesso; la tutela e la cura delle persone più deboli: dai disabili agli anziani non autosufficienti, ai portatori di patologie psichiatriche, alle persone con dipendenza, favorendo anche la loro integrazione nella vita quotidiana; la diffusione delle cure palliative e della terapia per alleviare il dolore (come previsto dalla recente legge approvata dal Parlamento); una gestione più efficiente dei servizi sanitari, eliminando liste di attesa, anche attraverso la predisposizione di ‘percorsi facilitati’ per le cronicità.

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