set 182010
 

Ciò che più stupisce delle dichiarazioni dell’ultima settimana del Governatore Cota e della sua squadra è la completa ignoranza del “pianeta sanità”. Tenendo conto che si parla di circa l’80% del bilancio regionale, la cosa si fa preoccupante. Tralasciando amenità come i pampers ai nuovi nati – sarebbe più utile intervenire meglio su questi presidi per categorie a rischio come gli anziani – è utile esaminare meglio cosa effettivamente hanno detto gli amministratori della nostra sanità. Straordinari per diminuire le liste d’attesa? Forse non tutti sanno che per i medici specialisti non è previsto l’istituto dello “straordinario”. Essendo dirigenti – non si sa bene di cosa, ma è così – i medici lavorano per soddisfare le esigenze delle persone che richiedono assistenza secondo carichi di lavoro richiesti dalle aziende. Se per raggiungere quei carichi ci metti 8 o 12 ore sono “affari” tuoi, anche se esiste un orario di lavoro di circa 8 ore giornaliere. Una forma di straordinario esiste per chi fa turni di guardia o reperibilità, che sono cose diverse. Tenendo anche conto che il Governatore Cota e la sua giunta hanno chiaramente ridotto anche la possibilità di sostituire i medici i pensione con nuovi medici (si chiama blocco del turn-over), un qualsiasi reparto deve comunque dare un volume di assistenza programmato con meno medici. E le ore che si fanno in più non vengono comunque pagate: è storia comune che ogni medico ospedaliero abbia di norma decine o anche centinaia di ore extra orario che nessuno riconoscerà mai. Maggiori contributi per pagare ore in più e contenere le liste d’attesa sono quindi una pia illusione e non toccano il problema. Che è più quello della richiesta di visite non appropriate o di organizzazone del lavoro che altro. Oltre al fatto che è davvero di dubbio gusto far passare l’idea che i medici siano dei mercenari che aspettano solo di farsi pagare qualche ora di lavoro in più per abbattere le liste d’attesa. Non si sa poi quando effettivamente potrebbero farle queste ore, visto il fatto che si lavora già per centinaia di ore in pù fuori dall’orario di lavoro. Insomma Cota e i suoi sono a digiuno della differenza che corre tra curare un sintomo o una malattia. L’altra chicca ci proviene dal capogruppo dei berlusconiani in Regione Piemonte che chiede poliambulatori aperti fino al tardo pomeriggio e sale operatorie in funzione tutto il giorno, sabato compreso. Se non avete perso il filo del ragionamento fatto finora, vi verrà spontaneo chiedere con quali risorse di medici, infermieri, tecnici e via discorrendo sarebbe possibile fare tutto ciò. Ricordando anche che i medici sono abituati a lavorare sulle urgenze la sera e la notte, a garantire la gestione di un reparto tutti i giorni della settimana sabato e domenica compresi. Ma davvero ci si sarebbe aspettato di più, almeno sapere come, quando e con chi risolvere il problema sanitario. Dal momento che hanno istituito non una, ma ben due commissioni in appoggio alla scrittura delle politiche sanitarie della nostra Regione. Sarebbe ora di avvertire il governo della sanità piemontese che il tempo della ricreazione sta finendo e che sarebbe ora di passare dal vuoto dilettantismo alla concretezza della professionalità.

  One Response to “Cota e la sanità: dilettanti allo sbaraglio”

  1. Da profana mi sembrava già, quella di Cota, una sparata pubblicitaria fine a se stessa! Certo che argomentata da un addetto ai lavori appare ancora più inutile se non dannosa come tutta la politica degli arroganti che non si consultano nemmeno con le categorie interessate!

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