lug 212010
 

Paul Krugman, nobel per l’economia, mantiene una posizione alquanto critica riguardo le politiche economiche internazionali. Secondo il suo punto di vista abbandonare le politiche espansionistiche significherà un periodo di “bonaccia” economica che non sarà in grado di recuperare i posto di lavoro perduti negli ultimi anni di recessione. “Ho letto i discorsi del presidente Herbert Hoover nel 1932” – dice Krugman – “ed è incredibile come ampi stralci assomiglino alle cose che dice ora Trichet. Una resurrezione di vecchie visioni, molto deprimente”. Lo stesso traino cinese non potrà dimostrarsi utile per la crescita mondiale e la germania ha preso una posizione che non fa bene a se stessa ed all’Europa. E l’Italia? “L’Italia è un caso curioso. Se si guarda al rapporto debito-Pil dovrebbe rientrare nel club dei paesi in crisi e anche prezzi e salari sembrano sopavvalutati, ma il suo deficit di breve periodo è inferiore e non ha problemi di finanziamento del settore privato perché non ha avuto bisogno di salvare banche come Spagna e Irlanda. Non dà l’impressione di entrare nell’area di crisi ma semmai il suo problema è che avrà un’economia debole per un certo periodo perché non è competitiva sul fronte dei costi”.

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